Di Battista riparte: andrà in Congo e scriverà un libro
Di Battista riparte, destinazione Congo. Dopo le elezioni europee, alle quali quindi non sarà candidato, il volto “pulito” e sognante del Movimento 5 stelle riprenderà in spalla il suo zaino per un nuovo viaggio.
I prossimi cinque mesi saranno in prima linea al fianco del ritrovato amico Luigi Di Maio. Ma una volta chiuse le urne europee salirà su un aereo e rotolerà verso sud.
Appena tornato dal Sudamerica, quindi, dopo il discorso congiunto dalle nevi del Trentino con il capo politico del Movimento 5 stelle, Di Battista ha già in progetto un nuovo viaggio. E nuovi reportage da scrivere. Addirittura un libro e un tour teatrale “stile” Scanzi.
A dare la notizia è stato il “suo” giornale, Il Fatto Quotidiano: Di Battista partirà a giugno per scrivere di Africa.
Prima, però, ci sono le elezioni europee da vincere o, almeno, da non perdere. L’alleato Salvini spaventa, e non poco, i vertici del Movimento. I sondaggi parlano chiaro: l’ascesa della Lega sembra inarrestabile.
Per questo, prima della missione africana, Di Battista sarà chiamato alla campagna europea. Poi, potrà riprendere il suo zaino.
Così si spiegherebbero le poche parole pronunciate durante il discorso congiunto del 1° gennaio con Luigi Di Maio: evidentemente il capo politico e “amico fraterno”, come lo ha chiamato più volte, non è riuscito a convincerlo a rivestire il ruolo di fido scudiero.
Meglio continuare a scrivere per il Fatto Quotidiano, deve aver pensato Alessandro Di Battista, che rischiare di ritrovarsi a dover gestire il ruolo di grande sconfitto alle prossime europee qualora i sondaggi dovessero confermare il crollo del Movimento 5 stelle.
Chissà se la notizia causerà nuovi malumori nella redazione del Fatto Quotidiano che solo a metà dicembre, secondo diverse indiscrezioni, era letteralmente esplosa.
“Quanto paghi Alessandro Di Battista?” la domanda più gettonata tra i corridoi della redazione, con tanto di riunione – quella del 16 novembre – in cui il direttore Marco Travaglio sarebbe stato travolto dalla polemica.
Tutto smentito, sia da Travaglio che da Di Battista in persona. Ma – secondo Dagospia – in quei giorni i giornalisti del Fatto avrebbero addirittura minacciato il primo sciopero.