Dopo Di Maio guai anche per Di Battista, accusata l’azienda di famiglia: “Non paga debiti e lavoratori”
Dopo la bufera che ha colpito il padre di Luigi Di Maio e lo stesso vicepremier, ora arriva la notizia che anche l’azienda di famiglia dell’azienda del grillino Alessandro Di Battista non ha sempre rispettato regole e scadenze.
La Di.B Tec srl costituita nel 2001 è la società della famiglia Di Battista, di cui Alessandro è socio di maggioranza con il padre Vittorio e la sorella Maria Teresa.
In un’inchiesta il quotidiano Il Giornale riporta che l’azienda non ha pagato lavoratori, fornitori e Inps: “Manca il bilancio del 2017 e ci sono debiti cronici nei confronti dei dipendenti”.
“Cinquantatremila e 370 euro di debiti verso i dipendenti; 151.578 euro di debiti verso le banche; 135.373 euro di debiti verso i fornitori; 60.177 euro di debiti tributari”, scrive Il Giornale.
“È quanto emerge dalla visura camerale della Di.Bi Tec. S.r.l., società della famiglia di Alessandro Di Battista, che è uno dei due soci di maggioranza. I dati si riferiscono all’ultimo bilancio presentato e dunque consultabile attraverso un collegamento al registro delle imprese”, continua il quotidiano.
“I debiti verso i dipendenti ammontano infatti, nell’ultimo esercizio, a 53.370 e sono cronici. Ad attestarlo è sempre la visura alla voce «Altri debiti». L’anno precedente (2015) il debito era di 38.238 euro. Insomma, in un anno la voce è aumentata nonostante si sia ridotto di quasi il 20% il costo del personale”.
“La Di.Bi Tec S.r.l. è debitrice anche nei confronti dello Stato. A pesare ci sono infatti i mancati versamenti tributari. Si tratta di 60.177 euro (in cui la parte del leone lo fa il debito Iva) e anche questi si sono innalzati rispetto all’esercizio precedente, quando a bilancio erano iscritti 40.550 euro. Oltre ai debiti tributari, la società della famiglia Di Battista ha debiti anche verso «gli istituti di previdenza e sicurezza sociale». I debiti verso l’Inps sono di 7.715 euro e questi – a conferma della buonafede con cui si estrapolano i dati sono leggermente diminuiti: nell’esercizio precedente erano di 8.244 euro”.
Matteo Renzi, che aveva subito gli attacchi di Di Battista per le vicende in cui è coinvolto il padre Tiziano, ha commentato: “Spero che la notizia sia falsa e che Di Battista possa procedere per diffamazione contro il Giornale. Ove ciò non fosse, sono sicuro che Il Fatto Quotidiano dedicherà molto spazio a questa vicenda. È vero che Di Battista, collaboratore del Fatto Quotidiano, ha definito i giornalisti “pennivendoli e puttane”, ma io sono certo che la valente redazione del Fatto non si farà intimidire. Sperando che sia tutto falso, naturalmente”.