Def: cosa prevede il documento di Economia e finanza approvato dal Cdm
Il 9 aprile 2019 il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Def 2019. Ma cosa prevede il Documento di Economia e Finanza?
Flat tax
Cavallo di battaglia della Lega e pomo della discordia tra gli alleati di governo, ha visto alla fine prevalere l’orientamento del ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Nel testo si legge genericamente che “il Governo intende continuare, nel disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno, il processo di riforma delle imposte sui redditi e di generale semplificazione del sistema fiscale, alleviando l’imposizione a carico dei ceti medi. Questo nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica”.
“La prima fase della riforma fiscale è già stata attuata con la Legge di Bilancio 2019, che ha innalzato a 65mila euro il limite di reddito per il cosiddetto ‘regime dei minimi’ soggetto ad aliquota del 15 per cento”, si legge ancora nel testo.
“Il sentiero di riforma per i prossimi anni prevede la graduale estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15 e 20 per cento, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni”.
Aumento dell’Iva
Il testo del Def non esclude esplicitamente l’aumento dell’Iva, che se introdotto porterebbe a un carico fiscale di 23 miliardi sui cittadini.
Il Documento spiega soltanto che il Governo si impegna a trovare le risorse per tagliare le tasse intervenendo sulle detrazioni fiscali e facendo affidamento in una crescita minima.
Nel Def si ipotizza inoltre l’introduzione del salario minimo e una sanatoria fiscale per le aziende.
Rimborsi ai truffati dalle banche
Le norme che stabiliscono i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche non sono state più inserite nel Documento rispetto a quanto previsto.
Debito pubblico
Il Def prevede che, in merito al rapporto debito-Pil, il valore nel 2019 si attesti al 132,7 per cento. Dall’anno successivo, poi, dovrebbe iniziare a calare: 131,7 per cento nel 2020, 129,8 per cento nel 2022.
Se nella Legge di Bilancio la stima era al 2,04 per cento, adesso secondo il governo a fine 2019 si arriverà al 2,5 per cento.
Taglio alle amministrazioni
Il Governo ha inoltre previsto di attivare la clausola di spesa che era stata inserita già nella Legge di bilancio e che comporterà tagli alle spese delle amministrazioni centrali per un valore di 2 miliardi di euro. Si tratta di clausole concordate con l’Ue come misura utile a bilanciare i peggioramenti di deficit e debito.
Nel Def si legge che i tagli interesseranno le spese destinate alle imprese (640 milioni), la mobilità locale (300), la Difesa (160 milioni di taglio agli approvvigionamenti militari), ma anche l’università (70), i diritti sociali e la famiglia (40), la cooperazione (altri 40).
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