Caso David Rossi, perquisita la casa della Iena Antonino Monteleone
Nella mattinata di ieri (1 ottobre 2018) la polizia postale ha perquisito la casa della Iena Antonino Monteleone su mandato della procura di Genova nell’ambito dell’inchiesta che riguarda la morte di David Rossi.
Gli agenti hanno chiesto a Monteleone di lasciare il computer, che usa abitualmente per lavoro, e hanno prelevato una copia della parte del contenuto.
Nel decreto di perquisizione si legge che la perquisizione personale e domiciliare nei confronti del giornalista è “opportuna e necessaria” per arrivare all’identità dell’uomo che a Le Iene ha raccontato di aver partecipato a dei festini a base di sesso in cui ci sarebbero stati anche esponenti della magistratura e vertici della Banca Monte dei Paschi di Siena.
Perquisizione che Antonino Monteleone ha commentato a caldo sul sito del noto programma tv: “Non ho mai voluto rivelare l’identità della fonte che ci ha raccontato dei festini, e se da una parte sono contento che la procura di Genova continui a indagare, dall’altra però sono preoccupato, perché così facendo si mina la serenità dei giornalisti a mantenere la segretezza delle proprie fonti”.
Sulla morte di David Rossi, il dirigente di Monte dei Paschi volato dalla finestra della banca il 6 marzo 2013, la cui morte è stata archiviata per due volte come suicidio sono in corso nuove indagini della procura di Genova, in particolare una per l’ipotesi di reato abuso di ufficio commesso di magistrati senesi.
Se i festini fossero confermati, scrivono i pubblici ministeri Miniati e Camaiori, potrebbe confermarsi la tesi “più volte rappresentata nelle varie puntate de Le Iene, che le indagini sulla morte del povero David Rossi, asseritamente condotte dalla magistratura di Siena in modo superficiale e lacunoso, avrebbero avuto il tanto stigmatizzato anomalo sviluppo – che di fatto non avrebbe portato all’accertamento della verità – in quanto condizionate da inconfessabili legami e da situazioni personali che esponevano i protagonisti a illecite pressioni”.
Nella primavera scorsa la figlia di David Rossi, Carolina, è stata sentita dalla procura di Genova per cercare di identificare l’escort che lei aveva conosciuto: “Non so e non ho voluto sapere il nome e cognome del ragazzo proprio per tutelarlo – le sue parole ai Pm -. Ci è bastato sapere chi ha riconosciuto e che David non c’entrasse nulla con quei festini”.