Tutto pronto per il ritorno di Daniele Luttazzi in Rai (con tanto di polemiche)
Daniele Luttazzi torna in Rai. Quella che fino a poche ore fa era solo una voce ha trovato conferme nell’ultima Commissione di Vigilanza.
È stato direttamente il direttore di Rai2, Carlo Freccero, a parlare del rientro nella tv di Stato del comico romagnolo. E, ovviamente, non sono mancate le polemiche.
“Voi sapete che ho perso una rete per colpa, anzi, per merito di Luttazzi. E ne sono orgoglioso”, ha spiegato Freccero a chi gli chiedeva i tempi del possibile ritorno sul canale del comico satirico.
E Freccero non ha smentito, anzi: “Ma proprio perché ho già pagato”, ha spiegato Freccero, “chiaramente stsavolta voglio avere un controllo editoriale”. Perché, ha rivendicato il direttore di Rai2, “è vero che sono masochista, non guadagno nulla, lavoro 14 ore al giorno e che vengo aggredito in modo vergognoso da qualcuno”, ma “stavolta non voglio andare incontro al suicidio”.
Tempi? Qui gli unici dubbi. Luttazzi, ha spiegato Freccero, “è in Spagna. Sto aspettando il suo ritorno in Italia per decidere tutto”.
Ma Freccero ha altri problemi da risolvere. L’ultima Commissione di Vigilanza è stata un tiro al bersaglio. All’attacco soprattutto i leghisti, che hanno attacco i “risultati non incoraggianti di audience” di programmi come Povera Patria e Popolo Sovrano.
Il sovranismo in tv non sfonda. E Freccero è stato definito “un grande della tv italiana” ma “con una visione ferma a 15 anni fa”. Immediata la reazione del direttore di Rai2. “Se volete le mie dimissioni”, ha risposto agli esponenti leghisti, “chiedetele e le do subito. Faccio un regalo a tutti”.
Poi, dopo essere stato definito “vicino al Movimento 5 stelle”, Freccero è letteralmente esploso: “Io emblema della voce di Beppe Grillo? Ma per favore, anzi è lui che deve lamentarsi perché nel programma che ho fatto su di lui l’ho limitato, censurato e lui se l’è presa”.
Nel mirino non solo Freccero, però. Il Pd ha puntato il mirino sul presidente Marcello Foa. Anzi, su quello che tecnicamente, per la Commissione di Vigilanza, è un “non presidente”. Perché gli esponenti dem attendono, “da mesi”, spiega a TPI Michele Anzaldi, “chiarimenti sulle modalità della sua elezione e sul conseguente mancato accesso agli atti”.
Ed è per questo, come hanno comunicato i capigruppo del Pd alla Camera e al Senato, Graziando Delrio e Andrea Marcucci, accogliendo la proposta dello stesso Anzaldi, che “il Pd diserterà tutte le sedute della Vigilanza, a partire dalla prossima di giovedì, che prevedano la presenza di Marcello Foa”.
In Commissione resterà un solo esponente del Pd “per esternare i motivi della nostra protesta e per reiterare la nostra richiesta fino ad oggi inevasa”.