Caso Cucchi, altri 2 carabinieri indagati. Perquisizioni per il comandante della caserma di Tor Sapienza
Si tratta del luogotenente Massimilano Colombo e del carabiniere Francesco Di Sano, indagati nel nuovo filone di indagine sull'omicidio del geometra romano nell'ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati
Il luogotenente Massimilano Colombo e il carabiniere Francesco Di Sano sono gli indagati del nuovo filone di indagine sull’omicidio di Stefano Cucchi nell’ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati seguiti alla morte del geometra romano.
Colombo è il comandante della caserma di Tor Sapienza, una delle stazioni dove Cucchi fu trattenuto dopo l’arresto per droga e il pestaggio subito alla stazione Casilina la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Indagato per falso ideologico e perquisito nei giorni scorsi, sarà interrogato la prossima settimana dai pm.
Il nuovo filone delle indagini, avviato dopo l’audizione di Di Sano nel processo principale, si compone di due distinti fascicoli per falso ideologico (oltre a Colombo e Di Sano, sono indagati altri due carabinieri) e soppressione di documento pubblico.
Colombo è stato chiamato in ballo indirettamente da Di Sano, il carabiniere scelto della caserma di Tor Sapienza che ebbe in custodia Cucchi.
Nella testimonianza resa in Corte d’Assise il 17 aprile 2018 nel processo a cinque militari dell’Arma (che rispondono a vario titolo di omicidio preterintenzionale, falso e calunnia) in relazione a due false annotazioni di servizio sullo stato di salute del geometra 31enne, Di Sano ha ammesso di aver dovuto ritoccare il verbale sullo stato di salute di Cucchi senza precisare da chi gli fu sollecitata la modifica.
“Certo il nostro primo rapporto è con il comandante della stazione, ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico”, ha spiegato quel giorno in aula Di Sano, che poi è stato iscritto sul registro degli indagati per falso.
E in quella stessa udienza anche il piantone Gianluca Colicchio, che subentrò a Di Sano nella custodia di Cucchi, ha parlato di anomalie in una relazione di servizio. “È strana, porta la mia firma ma io non la ricordo e contiene termini che io non uso”, aveva dichiarato.
L’11 ottobre 2018, durante l’udienza del processo bis, il pm Giovanni Musarò aveva reso noto la disposizione di Francesco Tedesco, uno dei carabinieri imputati, che aveva accusato i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo della violenta aggressione.
“È stato un attacco combinato di calci e pugni”, aveva riferito Tedesco, che sarà scoltato entro gennaio 2019. Già interrogato tre volte dal pm Giovanni Musarò, Tedesco dovrà ribadire davanti alla corte le accuse a Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo.