Cosa risponderà il governo italiano alla lettera della Commissione europea
Secondo il ministero dell’Economia le spese per terremoto e migranti sono inevitabili. Domani incontro tra Padoan e Moscovici
Mentre il governo italiano prepara la lettera con cui entro la sera di giovedì 27 ottobre deve rispondere alla missiva inviata da Bruxelles per contestare la bozza della legge di bilancio, la Commissione europea cerca di abbassare i toni della polemica e invita a non drammatizzare.
Nella lettera inviata all’esecutivo martedì 25 ottobre, Bruxelles aveva rilevato “distanze sostanziali rispetto agli impegni” presi dall’Italia, contestando il deficit al 2,3 per cento, più alto del 2,2 per cento promesso inizialmente dal governo, per un valore di 1,6 miliardi di euro, e l’eccessivo ricorso a misure che dovrebbero essere utilizzate solo eccezionalmente.
Venerdì 28 ottobre, si incontreranno il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici, nel tentativo espresso da entrambe le parti di riaprire il dialogo.
Intanto al ministero dell’Economia si lavora al testo da spedire in Commissione per rispondere alle richieste di informazioni fatte dal vicepresidente della Commissione con delega all’euro, Valdis Dombrovskis, e dal titolare degli Affari economici, Pierre Moscovici.
La lettera del governo italiano deve rispondere all’obiezione che il deficit strutturale, calcolato al netto delle misure una tantum e della congiuntura economica, aumenta dell’0,1 per cento, anziché calare dello 0,6 per cento come vorrebbero gli impegni presi da Roma con l’Ue per risanare il bilancio.
Secondo il Tesoro tale deficit resterebbe fermo ai livelli del 2016, al netto delle spese per migranti e terremoto, e distante appena dello 0,1 per cento rispetto al margine di tolleranza consentito dalle regole europee affinché non scatti la procedura di infrazione della Commissione.
Sul secondo punto, le circostanze eccezionali dovute a sisma e migranti, l’Unione europea ritiene che siano eccessive le cifre calcolate dal governo italiano. Secondo Renzi e Padoan, tuttavia, non si è trattato di scelte discrezionali, ma inevitabili.