Cosa fare se scopri che tuo figlio è un bullo
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Dopo il caso di Vigevano, l'associazione Telefono Azzurro ha diffuso una guida che aiuti i genitori a riconoscere e a prevenire il bullismo
Martedì 14 marzo 2017 i carabinieri di Vigevano hanno sgominato una banda di minorenni che prendeva di mira compagni di classe e vicini di casa ritenuti più deboli, compiendo una serie di violenze e abusi raccapriccianti. Questi atti sono stati circondati da un muro di omertà che ha consentito ai bulli di perpetuare nel tempo le loro violenze.
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L’episodio ha portato la onlus Telefono Azzurro, che difende i diritti dell’infanzia in Italia, a redigere una guida che aiuti i genitori a individuare gli elementi distintivi che caratterizzano il bullismo per individuarlo prima possibile. Anche quando il bullo è il proprio figlio.
A prova di bullo – La Guida per i genitori per informarsi bene e agire al meglio è nata grazie al lavoro di Enable – un network internazionale che coinvolge diversi paesi, tra cui Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia e Regno Unito.
Il Telefono Azzurro ha gestito nel 2016 in media di un caso al giorno tramite il team di operatori e psicologi operativi 24 ore su 24 alla linea d’ascolto gratuita 1.96.96 e la chat su azzurro.it, un filo diretto attivo da trent’anni e costantemente al fianco delle vittime di violenze soprusi.
Le segnalazioni di episodi di bullismo e cyberbullismo riguardano il 10 per cento delle richieste di aiuto rivolte alla onlus. Queste provengono per il 46 per cento dal nord Italia, per il 31 per cento da sud e isole e per il 23 per cento dal centro. Il 35 per cento degli studenti dichiara di essere stato oggetto di bullismo psicologico a scuola.
“Occorrono una legge e un piano definitivo in grado di produrre interventi immediati”, dichiara Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile. “Accanto a questo, occorre valorizzare le azioni preventive e il ruolo degli adulti: far sì, quindi, che i bambini possano crescere accompagnati da genitori e insegnanti e le vittime si sentano libere da vergogna nel denunciare, sostenute, credute e aiutate con molta attenzione, competenza e sensibilità. Nelle scuole, nelle linee di ascolto e nel rapporto quotidiano con bambini e adolescenti respiriamo un bisogno di risposte concrete. E di una necessità diffusa di informazione”.
Qui sotto una parte di “A prova di bullo – La Guida per i genitori per informarsi bene e agire al meglio”
Gli atti di bullismo non scaturiscono da una sola causa, ma da un insieme di fattori diversi.
Per i genitori dei bulli
Sebbene sia normale che vi sentiate delusi e amareggiati nell’apprendere che vostro figlio sia direttamente coinvolto in una situazione di bullismo, provate a mantenere la calma, e prendetevi del tempo per riflettere su come intervenire in modo concreto:
Spiegate con tranquillità a vostro figlio che quello che sta facendo è scorretto.
Cercate di spiegare a vostro figlio che è il suo comportamento, non lui in sé, che va condannato e corretto.
Analizzate attentamente la situazione: discutete con vostro figlio dei segnali e delle conseguenze del bullismo e chiedetegli come si sentirebbe se dovesse subire lo stesso trattamento da parte di altri. A volte i ragazzi non si rendono conto che il loro comportamento si connota come bullismo.
Spiegate a vostro figlio come pensate di agire, se ad esempio intendete allertare la scuola, e come vi aspettate che lui si comporti (ad esempio che si scusi con la persona che ha infastidito o aggredito o che gli scriva una lettera).
Assicuratevi che vostro figlio disponga di tempo e di spazi adeguati per ragionare con voi sul proprio comportamento.
Per prevenire i casi di bullismo
Condividete le vostre preoccupazioni con la scuola, e chiedete loro di tenere d’occhio vostro figlio, facendo però attenzione ad essere discreti.
Segnalate il bullo ad un insegnante o al dirigente scolastico.
A prescindere da come deciderete di agire, è consigliabile definire con vostro figlio un piano d’azione comune, condividendo con lui tutte le misure che adotterete per far fronte al bullo e migliorare la situazione.
Dite al ragazzo di non reagire: è esattamente quello su cui il bullo conta.
Tenete un registro: raccogliete quante più informazioni possibile riguardo a quanto avviene e al bullo, così da poter esaminare al meglio la situazione. Se le molestie avvengono online, raccogliete prove fotografando, stampando e copiando le schermate dei messaggi incriminanti.
Cercate aiuto: a volte, oltre a chiedere l’aiuto dei genitori, i ragazzi potrebbero sentire il bisogno di rivolgersi a persone terze. In questi casi, l’aiuto di uno psicoterapeuta esperto può essere prezioso. È quindi importante che vostro figlio sappia a chi può chiedere un aiuto.
Ampliate il campo di amicizie e interessi di vostro figlio: incoraggiate vostro figlio a sviluppare amicizie al di fuori della sfera scolastica, e a partecipare ad attività che aiutino a rinforzarne l’autostima e la consapevolezza di sé (come ad esempio recitazione, danza, arti marziali, sport di squadra, associazioni giovanili di quartiere).
Aiutate vostro figlio a coltivare le proprie competenze affettive e socio-relazionali: aiutatelo, ad esempio, a lavorare sulle sue capacità di reazione e di ripresa, a trarre lezioni dagli ostacoli che incontra nella vita quotidiana, a fronteggiare circostanze sfavorevoli e a sviluppare strategie di risposta efficaci.
Allertate la Polizia: se l’aggressione assume caratteristiche più gravi e allarmanti, degenerando ad esempio in episodi di violenza, ricatto o tentata estorsione, o sfociando in episodi di autolesionismo o di tentato suicidio, non esitate a rivolgervi alle autorità locali di Polizia.
Partecipate alle attività scolastiche volte a contrastare il bullismo.
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