Conte: “Salvini premier? Non in questa legislatura”
“Salvini ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura”.
Questo il commento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista sul Corriere della Sera sul possibile exploit della Lega alle elezioni europee che porti ad un cambio del panorama politico italiano.
Il timore infatti è che il successo del Carroccio alle urne di maggio spinga il ministro dell’Interno a chiedere un ruolo più forte all’interno del Governo o addirittura un ritorno al voto in Italia.
Un’ipotesi che il premier ritiene impossibile. “Questo è un governo del cambiamento”.
“Ho sempre cercato di rimarcare che non si tratta di una formula vuota, ma di una manifestazione programmatica per ridurre la sfiducia e il distacco dei cittadini dalle istituzioni”, ha spiegato il premier.
Interrogato sul caso Siri, il sottosegretario della Lega indagato per corruzione Conte ha affermato che prenderà una decisione “dopo Pasqua”.
“Completerò presto la valutazione e la decisione verrà adottata nei prossimi giorni. Una decisione sarà presa dopo avergli parlato nei prossimi giorni, per avere altri elementi di valutazione nel rispetto dei diritti dell’interessato, che come prima cosa ha il diritto ma anche il dovere di conferire in Parlamento”.
Il premier ha anche specificato che se venisse fuori che il sottosegretario è stato stato “latore di un interesse privato e non generale, sarebbe una questione grave a prescindere da dazioni e promesse di pagamento. Siamo al governo per perseguire gli interessi della comunità, non il tornaconto di singoli imprenditori”.
“Dare importanza all’etica pubblica significa vincolare tutti i componenti del governo a agire con ‘disciplina e onore'”, ci tiene a sottolineare il premier che rassicura anche in merito alle tensione tra gli alleati di Governo.
Secondo Conte un simile scenario era prevedibile con l’avvicinarsi delle elezioni europee e ha fatto notare come l’Esecutivo sia formato da forze diverse tra di loro che si sono assunte “una responsabilità condivisa”.