Consiglio Superiore di Sanità: cos’è e di cosa si occupa
La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha revocato tutte le nomine dei membri non di diritto del Consiglio superiore di Sanità. Nessun governo aveva mai fatto una mossa del genere. Qui abbiamo spiegato nel dettaglio cos’è successo.
Ma cos’è il Consiglio superiore di Sanità e di cosa si occupa?
Il Consiglio Superiore di Sanità è l’organo tecnico-consultivo del Ministero della salute italiano. Il Consiglio è composto da trenta membri non di diritto, esperti nei vari settori della medicina e chirurgia e della sanità pubblica, nominati dal Ministro della salute, e da ventisei componenti di diritto, che fanno parte di alcune istituzioni come il ministero della Salute, l’Aifa e l’Istituto superiore di Sanità.
I componenti non di diritto del Consiglio superiore di sanità durano in carica tre anni.
Il Consiglio Superiore di Sanità ha sia compiti consultivi che compiti propositivi. Esamina, su richiesta del Ministro della Salute, ciò che riguarda la sanità pubblica e viceversa può proporre al Ministro della Salute di esaminare i problemi che riguardano l’igiene e la sanità, o indagini scientifiche.
Le funzioni:
prende in esame i fatti riguardanti la salute pubblica, su proposta del ministro della Salute;
propone lo studio di problemi attinenti all’igiene e la sanità pubblica; propone indagini scientifiche su avvenimenti di rilevante interesse nel campo dell’igiene e della sanità;
propone la formulazione di schemi, norme e provvedimenti per la tutela della salute pubblica;
propone la preparazione di norme per l’edificazione di opere per l’igiene pubblica (per es., ospedali, istituti di cura) da parte di pubbliche amministrazioni;
esprime pareri sui regolamenti e sulle convenzioni internazionali che riguardano la salute pubblica; sulle tabelle delle lavorazioni insalubri e dei coloranti nocivi; sulle norme per la tutela della salute pubblica; sugli insetticidi; sui lavori pericolosi delle donne e dei fanciulli e sulle norme igieniche del lavoro, sugli stupefacenti, sui servizi diretti a prevenire ed eliminare i danni delle emanazioni radioattive e delle contaminazioni atmosferiche.
L’ultimo parere di rilievo è stato espresso a giugno 2018, sulla marijuana light, che considerò pericolosa.