La comunità senegalese condanna il gesto dell’autista dello scuolabus Ousseynou Sy
"Hai macchiato tutta la comunità senegalese, non è degno di essere chiamato nostro connazionale"
“Condanniamo il gesto compiuto da una bestia, che non è degno di essere chiamato nostro connazionale”. Così N’Diaye, rappresentante e portavoce della comunità dei senegalesi di Ancona, condanna Ousseynou Sy, l’autista 47enne di origini senegalesi che ha dato fuoco allo scuolabus a Milano il 20 marzo scorso.
“Chiedo perdono a nome di tutta la comunità – esordisce il portavoce nel video di 17 minuti diffuso sui social dal portavoce. – Quei bambini sono i nostri figli, i nostri nipoti, creature senza difesa”.
“Siamo molto indignati – continua N’Diaye nel messaggio di scuse. – C’è molto sgomento e rammarico tra noi: io per primo, alla notizia, sono rimasto profondamente turbato”.
E rivolgendosi a Ousseynou Sy dice: “Non meriti di essere senegalese e di portare il nobile cognome dei Sy. Cosa volevi fare? Dovresti vergognarti, morire di vergogna. Sai quello che ti sarebbe toccato in Senegal per un fatto del genere. Volevi uccidere 50 bambini e con loro avresti ucciso 60 milioni di italiani, 100 genitori per vendicare i morti nel Mediterraneo? I naufraghi non c’entrano niente, stai difendendo l’indifendibile, hai messo la testa nella bocca della tigre”.
“Non avevi altro da fare che fare del male alla gente che ti ha accolto, che ti ha dato una casa, un lavoro, una moglie, dei figli, un futuro? Con quell’autobus hai dato fuoco al tuo futuro e con quel tuo gesto ignobile hai macchiato tutta la comunità senegalese che si dissocia”.
“Chiedi perdono e paga – aggiunge. – Hai dimostrato solo i tuoi limiti, la tua maschera è caduta e le hai dato fuoco: abbiamo scoperto chi sei. Tutti i giorni portavi a scuola quei bambini, poi da orco volevi ucciderli. Quanto sono belli i figli, sono angeli: dovevi lasciarti morire nel rogo che hai appiccato”.