Cosa ha detto Renzi all’assemblea del Pd in 5 punti
L'ex presidente del Consiglio ammette la sconfitta al sud e sui giovani, e propone di ripartire dalla legge elettorale antecedente al Porcellum. Dure critiche al M5S
Nella prima riunione dell’assemblea del Partito democratico dopo la vittoria del No al referendum del 4 dicembre, l’ex presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi ha affrontato le questioni della sconfitta sulla riforma costituzionale e delle sorti del partito. L’esito referendario ha portato alle dimissioni di Renzi e alla nomina dell’ex ministro degli esteri Paolo Gentiloni a capo di un nuovo governo.
Renzi nel suo discorso è tornato sul tema della sconfitta per la riforma costituzionale, ammettendo di aver “straperso”. Ma ha anche guardato al futuro e in particolare alla stesura di una nuova legge elettorale, chiedendo di ripartire dal Mattarellum, la legge approvata nel 1993 che porta la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che è stata poi sostituita dal Porcellum.
Ecco i cinque punti principali del discorso di Matteo Renzi:
1. Il congresso del Partito democratico non sarà anticipato e si terrà a novembre
“Il congresso sarebbe stato il modo migliore per ripartire col Pd”, ha detto Renzi, il quale ammette di aver pensato a una consultazione per nominare il nuovo segretario del partito dal giorno dopo la sconfitta al referendum. Tuttavia l’ex premier ha detto di aver dato ascolto a chi gli chiedeva di “non fare del congresso il luogo dello scontro del partito sulla pelle del Paese” e per questa ragione le consultazioni si terranno nei tempi regolamentari e quindi a novembre 2017.
2. Renzi dice che il Pd ha “straperso” al referendum con i giovani e il sud
“Abbiamo perso”, ha detto Renzi sul tema del referendum. “Faremo un’analisi molto dura, spietata, innanzitutto con noi stessi di quello che è accaduto al referendum, ma era giusto provarci. E io per primo devo assumermi la responsabilità”. In particolare, l’ex premier ha detto che il Pd non ha saputo conquistarsi il voto dei giovani e del sud Italia “perché non c’è stato un coinvolgimento vero”. Renzi rivendica comunque quanto fatto durante i mille giorni alla guida del paese. Le riforme restano, ha detto, “come quella sulle unioni civili che fanno grande il Pd”.
3. Ripartire dal Mattarellum per la legge elettorale
Data l’esigenza di armonizzare la legge elettorale del Senato e quella della Camera, Renzi ha detto che la sua idea è quella di ripartire dal Mattarellum, che ha definito “l’unica proposta che ha la possibilità di essere approvata in tempo breve, che ha visto vincere centrosinistra e centrodestra, ha visto vincere l’Ulivo di Prodi e porta il nome di Mattarella” e ha ribadito il suo “no” al proporzionale.
4. L’attacco ai Cinque stelle: la politica non è di chi dice sempre no
Nel suo discorso Renzi fa riferimento anche all’opposizione e in particolare al Movimento cinque stelle. “Siete un’azienda privata che firma contratti con gli amministratori. La politica non è l’indicazione delle cose che non vanno, l’urlo di chi dice No e non propone un’alternativa”. Mentre sul caos al Campidoglio dopo l’arresto di Raffaele Marra, capo del personale della giunta di Virginia Raggi dice: “Corruzione? Dovevano bloccare quei collaboratori”.
5. Contro la minoranza dem
Renzi non nasconde l’amarezza verso quella parte del Pd che non ha sostenuto il governo sulla riforma elettorale. “Pensare che persone del mio partito festeggiavano le mie dimissioni ha ferito il senso di comunità”, ha detto. L’ex premier ha chiesto al sindaco di Milano Beppe Sala di “tornare a fare quello per cui i cittadini lo hanno votato”, dopo che il primo cittadino milanese si è auto sospeso perché indagato sugli appalti a Expo.