Chi è Andrea Orlando, candidato segretario del Pd
Ministro della Giustizia che ha fatto la gavetta dal PCI al PD, ecco chi è il ligure che si è candidato segretario del Partito Democratico
Il 23 febbraio presso il circolo del Pd Marconi di Roma, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha annunciato la sua candidatura alla leadership del partito di cui fa parte, aggiungendosi a Matteo Renzi e Michele Emiliano nella corsa per il congresso che si svolgerà nei mesi successivi.
Ma chi è Andrea Orlando?
Nato alla Spezia nel 1969, negli anni Ottanta ha iniziato la sua militanza politica nel Partito comunista italiano, divenendo segretario provinciale nella sua città della Fgci, l’organizzazione giovanile del suo partito. Da quel momento ha iniziato una lunga gavetta all’interno del partito e delle sue evoluzioni che ci sono state negli anni.
Nel 1990 diviene consigliere comunale, sempre alla Spezia, per il Pci, venendo poi rieletto con il Pds, cui aderisce dopo lo scioglimento del Pci. Quando il Pds dà vita ai Democratici di sinistra, Orlando vi aderisce, divenendo il responsabile degli enti locali e membro della direzione.
Nel 2006 è eletto deputato per i Ds all’interno della lista Uniti nell’Ulivo. Nel 2007 è tra i fondatori del Partito democratico, di cui diviene responsabile nazionale dell’organizzazione. È riconfermato deputato nel 2008.
Considerato all’epoca nell’area dell’allora segretario Walter Veltroni, a partire dal 2009 si avvicina al neosegretario Pierluigi Bersani, divenendo insieme a Matteo Orfini uno dei principali promotori della nuova corrente dei Giovani Turchi, i quarantenni schierati nell’ala sinistra del partito e vicini all’allora segretario.
In seguito alle elezioni del 2013, in cui nessuna coalizione ottiene la maggioranza dei seggi necessaria per formare un governo, viene incaricato un governo di larghe intese guidato da Enrico Letta in cui Andrea Orlando è nominato ministro dell’Ambiente.
Nel 2014, con il nuovo incarico a Matteo Renzi, Orlando passa alla Giustizia, cui viene confermato nel 2016 dal nuovo governo Gentiloni.
Andrea Orlando risulta oggi caratterialmente e politicamente un candidato ben distinto da Matteo Renzi e Michele Emiliano. Diversamente dagli altri due, ha alle spalle una lunga gavetta di incarichi di partito e tra i tre è l’unico ad aver militato nel Pci prima e nel Pds/Ds poi.
Meno avvezzo ai toni forti dei due sfidanti, nei giorni di inizio del 2017 in cui parte della minoranza Pd ha minacciato una scissione, Orlando, che non ha mai ventilato la possibilità di lasciare il partito, è stato visto come un possibile nome unitario intorno a cui ricompattare il partito.
Sfumata questa possibilità con la scelta di svolgere un congresso con più candidature, la parte di minoranza del partito che ha deciso di non uscire, tra cui Gianni Cuperlo, ha visto in Orlando un possibile candidato alternativo a Renzi ed Emiliano, per rappresentare uno spazio politico che avrebbe rischiato altrimenti di essere escluso.
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