Tutto quello che c’è da sapere sul caso Unar
Il 20 febbraio il direttore Francesco Spano si è dimesso dopo un servizio delle Iene in cui l'Unar è accusato di finanziare associazioni legate alla prostituzione
Il 20 febbraio 2017 Francesco Spano si è dimesso dal suo incarico di direttore dell’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica (Unar).
Il programma televisivo Le Iene aveva documentato a gennaio l’uso improprio dei fondi dell’Unar per finanziare circoli culturali che in realtà si occupavano di prostituzione maschile.
Che cos’è l’Unar
L’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica è stato istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, di recepimento della direttiva comunitaria n. 2000/43 CE e opera nell’ambito del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri.
Ha la funzione di garantire il principio di parità di trattamento fra le persone, di vigilare sugli strumenti di tutela contro le discriminazioni e di contribuire a rimuovere le discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica, sul genere e su altre forme di razzismo di carattere culturale e religioso. Si occupa anche di fornire assistenza alle vittime di comportamenti discriminatori, di svolgere inchieste per verificare l’esistenza di fenomeni discriminatori.
Il servizio delle Iene
Il 19 gennaio 2017 è andato in onda il servizio Orge e prostituzione e Palazzo Chigi paga?, dove si accusava l’Unar di aver concesso finanziamenti a un’associazione culturale e di contrasto alle discriminazioni di genere, legata a circoli nei quali si sarebbe praticata la prostituzione maschile.
Si tratterebbe di un finanziamento da 55mila euro, stanziato nel dicembre 2016 e non ancora erogato. Francesco Spano, direttore dell’Unar, è stato accusato di conflitto d’interessi, essendo socio di questa stessa associazione, a cui il suo ufficio forniva i fondi.
Alcuni complici della nota trasmissione di Italia 1 si sono recati con una telecamera nascosta nei centri in questione per verificare di persona la presenza di servizi che poco avrebbero avuto a che fare con la promozione culturale. Nel video trasmesso sono mostrate scene di sesso estremo, e immagini di richieste di servizi a pagamento da parte dei massaggiatori.
Le associazioni in questione godrebbero di agevolazioni fiscali, in quanto sono a scopo di promozione culturale e non a fini di lucro. Tutte fanno parte del Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni, insieme ad Amnesty International, Arcigay, Arcilesbica, Carta di Roma, Centro Astalli, la Comunità Papa Giovanni XXIII, Oxfam e Unicef.
Le dimissioni di Spano
Nel pomeriggio del 20 febbraio Maria Elena Boschi, sottosegretario alla presidenza del consiglio, con delega alle pari opportunità, ha convocato a Palazzo Chigi Francesco Spano, che ha rassegnato le sue dimissioni, con la seguente sospensione del bando.
“Le dimissioni vogliono essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l’Unar”, riferisce il comunicato per annunciarne le dimissioni. “La presidenza del Consiglio, per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista e d’accordo con il dott. Spano, disporrà la sospensione in autotutela del bando di assegnazione oggetto dell’inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati”.
Le reazioni
Numerose sono state le reazioni all’interno dei partiti politici e in rete sono nate diverse polemiche sulla modalità di costruzione del servizio.
“Chiediamo che l’Unar, il sedicente Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri sia chiuso oggi stesso”, ha detto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Sono state annunciate interrogazioni parlamentari da parte di Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega in Senato, e dal senatore di Forza Italia Lucio Malan.
“Quello che emerge è uno scenario inquietante sul quale il sottosegretario Maria Elena Boschi deve dare immediate spiegazioni, per chiarire se siano state compiute le opportune verifiche”, ha dichiarato il Movimento Cinque Stelle. “Il sottosegretario Boschi, alla quale sono state affidate le deleghe per le Pari Opportunità, dipartimento da cui l’Unar dipende, ha valutato opportunamente i profili e le attività dell’associazione prima di erogare i finanziamenti pubblici?”.
Ci sono anche opinioni opposte. “Quella in atto è una macchina del fango ignobile, subito cavalcata dagli omofobi di professione, dentro e fuori il Parlamento”, ha detto Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay.
Il Codacons ha presentato un esposto alla Corte dei conti e alla procura di Roma per chiedere di aprire un’indagine sull’utilizzo dei fondi pubblici da parte dell’ente.
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