Caso Sarti, ex deputato M5s rivela: “Hacker delle foto interno ai Cinque Stelle e da computer della Camera”
Per risalire a chi possa aver diffuso le foto private di Giulia Sarti, Filippo Roma indaga sull’episodio dell’hackeraggio delle caselle di posta di diversi parlamentari Cinque stelle risalente al 2013. E fa una scoperta che ha dell’incredibile, e che andrà in onda stasera a Le Iene, dalle 21.10 su Italia1.
La Iena intervista un ex deputato dei Cinque stelle che preferisce rimanere anonimo e che gli rivela che Stefano Vignaroli, uno dei deputati hackerati, gli disse che “l’indagine su chi avesse hackerato gli account di alcuni parlamentari M5S si fermò quando si accorsero che il lavoro di accesso fu fatto da delle macchine della Camera”. E cioè dagli indirizzi IP relativi ai computer della Camera dei deputati.
Ma l’ex deputato aggiunge un particolare, che farebbe pensare che ad hackerare la posta elettronica dei suoi colleghi possa essere stato proprio qualcuno interno al M5S e addirittura dei vertici: “Ci si accorse che poteva essere una cosa interna, allora nessuno disse niente e rimase tutto così, in un limbo. Nessuno poi volle andare avanti a denunciare perché ci si accorse che poteva essere un danno d’immagine un po’ per tutti nel Movimento”.
E fa un riferimento diretto alla Casaleggio: “Loro hanno verificato su varie caselle se la password che era inserita nell’archivio della Casaleggio era uguale a quella che era messa sulle caselle di posta elettronica. Dove l’hanno trovata funzionante sono entrati direttamente nelle caselle e da lì hanno recuperato tutte le informazioni, e stanno ancora girando email, messaggi, cazzate, etc.”. Filippo Roma gli chiede: “Quindi sarebbe avvenuto all’interno del movimento questo hackeraggio?”. E l’ex deputato risponde: “Dall’interno. Per controllare determinate persone”.
E così Filippo Roma ha incontrato questa mattina a Roma Alessandro Di Battista, uno dei parlamentari a cui era stata hackerata la casella di posta, per chiedergli se ricorda se all’epoca avesse la stessa password per l’account email e per il sistema operativo dei Cinque Stelle, il pre-sistema Rousseau per intenderci, quello con cui i deputati grillini potevano votare per esempio all’interno del Movimento.
“Non posso escluderlo”, risponde Di Battista. “Con le password sono sempre stato un pippone quindi non escludo che usassi la stessa password”. E conferma inoltre che all’epoca decise di non denunciare.