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Il quesito sul caso Diciotti-Salvini è stato modificato dopo le critiche degli iscritti del M5s

Immagine di copertina

Lunedì 18 febbraio 2019 dalle 10 alle 21.30 (inizialmente il termine era previsto per le 19, ma poi è stato rimandato), gli iscritti del Movimento Cinque Stelle votano sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini.

Il quesito ha posto subito dubbi e ironie: per dire No all’autorizzazione a procedere bisogna infatti votare Sì. La formulazione della domanda e delle opzioni di risposta è stata rimaneggiata poco prima dell’inizio delle operazioni voto.

Il quesito sottoposto agli iscritti M5S è il seguente:

Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Si, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere.
– No, non é avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l’autorizzazione a procedere.

In precedenza il quesito recitava così:

Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere.
– No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere.

Il caso Salvini-Diciotti

La Giunta per le autorizzazioni si è riunita martedì 19 febbraio per decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”. In questo articolo abbiamo riassunto il caso Diciotti e le accuse a Matteo Salvini.

Il M5s, per uscire dall’impasse di una situazione scomoda, ha deciso di affidarsi alla sua base, che si è espressa contro l’autorizzazione a procedere.

>>>Leggi anche: M5S, ora vacilla anche il mito della piattaforma Rousseau: grillini in rivolta

Inizialmente Salvini aveva annunciato di voler rinunciare all’immunità, salvo poi cambiare idea e mettere così in crisi l’alleato di governo, diviso tra l’incudine e il martello.

La Giunta, presieduta da Maurizio Gasparri, è formata da 23 persone e si è espressa contro l’autorizzazione a procedere per Salvini. 

“Scambiano la democrazia, che è partecipazione ma conoscenza, trasparenza ma discussione, con il voto online di X Factor per decidere se un ministro può stare dentro o fuori”, ha commentato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

“Svuotano il Parlamento delle sue più nobili funzioni, dopo aver urlato anni che era il luogo in cui discutere, perché non si vogliono prendere la responsabilità di decidere. Hanno paura di farlo. Chi ha paura stia fuori dalle istituzioni. L’Italia, una delle potenze economiche mondiali, in mano a populisti senza vergogna e con la paura di assumersi le proprie responsabilità. È il punto più basso mai toccato da questo governo”, prosegue con durezza.

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