Audio Casalino, le scuse del portavoce: “Non volevo offendere le vittime di Genova”
Nel nuovo audio, Casalino se la prende con alcuni giornalisti che lo hanno chiamato per avere informazioni sulle mosse del governo dopo il crollo del ponte Morandi di Genova
Il portavoce del premier Conte, Rocco Casalino, ha chiesto scusa per le dichiarazioni rilasciate dopo la tragedia di Genova e contenute in un messaggio vocale inviato ad alcuni giornalisti. L’audio è stato diffuso nelle ultime ore dai quotidiani italiani, scatenando una nuova polemica.
“Non ho mai voluto offendere. Sento di dover chiedere scusa per l’effetto prodotto da un mio audio privato finito sui giornali”, ha affermato Casalino.
“Nelle mie parole non c’è mai stata la volontà di offendere le vittime di Genova. Offende, invece, l’uso strumentale che alcuni giornali stanno facendo di questa tragedia”.
La vicenda è stata commentata anche dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: “Non commento le parole degli altri, ma soprattutto degli audio rubati sinceramente me ne frego altamente”.
Il messaggio audio dopo la tragedia di Genova
In un messaggio vocale su WhatsApp, risalente al 17 agosto 2018, Casalino se la prende con alcuni giornalisti che lo hanno chiamato per avere informazioni sulle mosse del governo dopo il crollo del ponte Morandi di Genova.
È stato Il Giornale a pubblicarne i contenuti, lunedì primo ottobre.
Secondo il quotidiano, nella registrazione audio il portavoce del presidente del Consiglio sbotta con i cronisti dicendo di non voler essere disturbato in continuazione nei suoi pochi giorni di ferie.
“Basta, non mi stressate la vita. Io pure ho diritto a farmi magari un paio di giorni, che già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, San Rocco e Santo Cristo. Mi chiamate come i pazzi, cioè, datevi una calmata, cioè”, avrebbe detto. “Chiamate una volta, poi se mai mi mandate un messaggio e se ho qualcosa da dirvi ve la dico”.
Il Giornale ha diffuso il contenuto della registrazione audio a poco più di una settimana da un altro messaggio vocale, quello – contestatissimo – in cui Casalino punta il dito contro i tecnici del Tesoro, colpevoli a suo dire di fare ostruzionismo all’attività del governo.
Il 22 settembre tutti i principali media italiani avevano pubblicato l’audio del portavoce.
“Se vuoi far uscire una cosa simpatica metti che nel Movimento è pronta la megavendetta: scrivi che se non dovessero uscire i soldi per il reddito di cittadinanza, fonti parlamentari dei Cinque stelle giurano che per tutto il 2019 ci dedicheremo a far fuori una marea di gente del Mef”, dice il portavoce del premier Conte.
“Non ce ne fregherà niente, sarà veramente una cosa coi coltelli”, avverte. “Ormai si è capito che Tria c’entra relativamente, ma al ministero dell’Economia ci sono una serie di persone che sono lì da decenni e che hanno in mano tutto meccanismo e proteggono il solito sistema e non ci fanno capire tutte le voci di bilancio nel dettaglio per capire dove si possa tagliare. Perché non è accettabile che non si trovano 10 miliardi del c…”.
“Stiamo parlando di 10-20 miliardi”, osserva Casalino. “Una manovra da 10-20 miliardi la fanno tutti i governi, quindi non è niente di straordinario”.
“Il fatto che c’è questa resistenza fa capire che c’è qualcosa che non va, quindi se per caso dovesse venir fuori che all’ultimo ci dicono che i soldi non li abbiamo trovati, nel 2019 ci concetreremo a far fuori tutti questi pezzi di m… del ministero dell’Economia”, conc