Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:28
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » News

Carceri, Antigone: “L’attività criminale non è in aumento, cala il numero di stranieri detenuti”

Immagine di copertina
Credit: Alberto Pizzoli/Afp/Getty

Il rapporto semestrale dell'associazione Antigone sottolinea come non ci sia un'emergenza immigrazione. Ma denuncia: in molti istituti sovraffollamento e condizioni di vita insostenibili

Calano gli ingressi in carcere: nei primi mesi del 2018 sono stati 24.380, una diminuzione rispetto al primo trimestre del 2017, quando erano arrivati a 25.144. È quanto emerge dall’ultimo rapporto semestrale dell’associazione Antigone, per la quale i numeri non indicano un’attività criminale in aumento anche se, di poco, continuano a salire i detenuti, aumentati di circa 700 unità negli ultimi 5 mesi.

“Non c’è un’emergenza stranieri e non c’è un’emergenza sicurezza connessa agli stranieri”, ha sottolineato Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione. “La detenzione degli stranieri in Italia è diminuita di oltre 2 volte negli ultimi 10 anni. Se nel 2008 il tasso di detenzione era dello 0,71 per cento, al 30 giugno di quest’anno il tasso è dello 0,33 per cento. I detenuti stranieri sono addirittura diminuiti in termini assoluti rispetto al 2008”.

Gli stranieri, oggi, sono il 33,8 per cento della popolazione detenuta, quelli non europei sono 13.490, ossia il 22,9 per cento del totale dei reclusi.

È straniero il 44.64 per cento dei detenuti cui è stata inflitta una pena inferiore a un anno (e dunque per reati di scarsa gravità) e solo il 5,6 per cento degli ergastolani. Considerando i reati più gravi, come la criminalità organizzata, il 98,75 per cento dei detenuti condannati per tali delitti è italiano e solo l’1,25 per cento non lo è. Inoltre, gli stranieri costituiscono il 37,3 per cento dei detenuti per violazione della legge sulle droghe, che sono complessivamente 20.525.

Secondo l’associazione, i dati sono spiegabili attraverso il patto di inclusione. “Regolarizzare la posizione degli stranieri e integrarli nella società riduce di molto i tassi di criminalità. Un esempio è quello dei rumeni che in soli cinque anni sono oltre 1.000 in meno nelle carceri, mentre la loro presenza in Italia è andata crescendo”, si legge in una nota.

Antigone afferma che sono solo 74 i detenuti che provengono dalla Siria e 78 quelli che provengono dall’Afghanistan. Il loro tasso di detenzione, è scritto nel rapporto, “resta basso nonostante violenze, torture, devastazioni, morti in famiglia”. Sono invece 651 i detenuti egiziani “che non devono essere rimpatriati visto il rischio di tortura nel paese che ha torturato e ucciso Giulio Regeni”, rileva l’associazione.

In alcune carceri, si registrano ancora difficili condizioni di vita: nel 33 per cento dei luoghi visitati non funziona a norma il riscaldamento d’inverno e nel 26,7 per cento non c’è acqua calda in alcune celle. Nel 63,3 per cento delle carceri ci sono celle senza doccia e nel 53,3 per cento ci sono celle in cui le finestre presentano schermature che riducono l’ingresso di aria e luce naturale.

Nell’75,9 per cento dei casi, inoltre, mancano luoghi di culto per i detenuti non cattolici, mentre “la radicalizzazione si combatte riconoscendo i diritti religiosi”, spiega Antigone. Nell’10 per cento delle carceri visitate, per i detenuti di fede islamica non è previsto tutto l’anno un menù rispettoso dei loro precetti e nel 13,3 per cento non entra alcun ministro di culto diverso dal cappellano cattolico.

Per quanto riguarda il lavoro dei detenuti, la media di chi lavora alle dipendenze dell’amministrazione è pari al 33,4 per cento. Un dato che include anche quelli che lavorano per poche ore alla settimana o al mese. La percentuale di chi lavora per ditte private o soggetti esterni è pari al 3 per cento e ci sono regioni, come la Sicilia, “dove tutto è fermo”, emerge dal dossier.

“Preoccupante”, secondo Antigone, è la percentuale dei detenuti coinvolti in corsi di formazione professionale, che nelle carceri visitate è pari al 4,8 per cento.

Quanto alle comunicazioni, nel 90 per cento delle carceri visitate non è possibile effettuare colloqui via Skype con i familiari e un “limitato accesso ad Internet” è ammesso solo nel 6,7 per cento degli istituti di pena.

Dall’inizio dell’anno Antigone ha registrato 27 suicidi in carcere.

Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Economia / I giovani lanciano gli Stati Generazionali: “Diamo voce a chi voce non ha”
News / In difesa dello “stupratore razzista Montanelli” (di Luca Telese)
News / Dillo con una poesia: oggi è la Giornata Mondiale della Poesia e questi versi vi faranno bene all’anima
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI