Campidoglio, approvata mozione Pd sullo sgombero della sede occupata di Casapound
La mozione presentata all’Assemblea capitolina dal Partito democratico sullo sgombero della sede di Casapound è stata approvata. La mozione impegna la sindaca Virginia Raggi a intervenire presso il ministero degli Interni, il prefetto e il questore, affinché sia predisposto lo sfratto immediato dell’edificio di via Napoleone III “illegalmente occupato dall’associazione CasaPound Italia”. La mozione ha ricevuto il voto favorevole del Movimento Cinque Stelle e quello contrario di 4 consiglieri di centro destra.
Virginia Raggi si era già detta pronta a procedere contro l’associazione di estrema destra che occupa lo stabile dal 26 dicembre 2003. “Quando il ministero deciderà noi già siamo pronti. Conto su un sostegno del Governo”, aveva detto la sindaca. Con la mozione però adesso Raggi non deve solo stare ad aspettare che il ministero dell’Interno sia pronto, ma può intervenire attivamente per spingere sullo sgombero.
“Non esiste nessuna sede di partito in Via Napoleone III, come certificato dal verbale della guardia di finanza, e quereleremo gli autori della mozione”, ha annunciato il segretario nazionale di CasaPound, Simone Di Stefano.
“Il Comune non è il proprietario, quindi non ha nessun potere di richiedere indietro lo stabile. Una delibera di Veltroni inoltre obbliga in ogni caso il Comune di Roma a fornire 18 alloggi di edilizia residenziale pubblica alle famiglie occupanti, prima di eseguire qualsiasi sgombero chiunque lo ordini o lo esegua”, ha proseguito.
Il ministero dell’Interno aveva già predisposto un piano di sgomberi a Roma, che contempla oltre 90 immobili, di cui 22 da evacuare entro il 2019.
“L’obiettivo è che non ci sia neanche un immobile occupato a Roma. Ho qui la lista delle occupazioni della Capitale: 100 immobili che aspettano di essere sgomberati anche da 20 anni”, aveva detto Matteo Salvini a ottobre 2018.
“Comincerò da quattro in particolare che hanno carattere di pericolosità. Al comitato per la sicurezza si è deciso di partire da quelli. Altri 23 hanno un procedimento giudiziario in corso e poi vedremo di ristabilire l’ordine ovunque. Parto da questi. Poi l’obiettivo e di arrivare a tutti gli altri”, dice il ministro dell’Interno.
Non solo occupazione abusiva, Casapound, secondo quanto rivelato dall’Espresso, nel corso degli anni non ha mai pagato le bollette, arrivando ad accumulare un ingente debito nei confronti dell’Acea.
La società che fornisce energia elettrica ha anche inviato due decreti ingiuntivi agli inquilini dello stabile, intimando loro di pagare i 210mila euro dovuti per il consumo energetico.
A sorprendere ancora di più in questa storia è che nel 2016 l’Acea aveva staccato i suoi contatori per mancato pagamento, ma la corrente elettrica ha continuato a raggiungere lo stabile senza problemi.
Nasce così il sospetto che sia stato effettuato un allaccio abusivo, dopo che già nel gennaio 2004 CasaPound aveva ricevuto una denuncia per questo stesso motivo.
Quello stesso anno, il Miur aveva chiesto all’Acea e alla Telecom di disattivare le utenze per poi procedere a una denuncia formale per denunciare la presenza di allacci abusivi.