Il comune calabrese spopolato che oggi rivive grazie ai rifugiati
Con i suoi 700 abitanti, Camini, nella Locride, era destinato a scomparire a causa dello spopolamento. Grazie a un progetto di accoglienza, ora rivive grazie ai migranti
Sulla carta geografica trovare il comune di Camini, in provincia di Reggio Calabria, non è un’impresa semplice. Abbarbicato sulla Locride, sul versante jonico calabrese, questo piccolo paese conta all’incirca 752 abitanti. Ma è proprio qui, che Mohamed al-Okla e sua moglie Amal fuggiti dalla guerra civile in Siria, con i loro cinque figli, hanno trovato la loro dimensione.
La speranza di un nuovo inizio lontano dagli orrori della guerra aveva alimentato per lungo tempo la loro decisione di fuggire via il più lontano possibile. Non era importante la meta precisa. L’unica certezza era quella di salvarsi.
Qui a Camini, Mohamed insieme a sua moglie e ai suoi figli hanno trovato lo spazio vitale nel quale vivere. Un’opportunità che lui, come tante altre famiglie di rifugiati non solo siriani ma anche africani, devono soprattutto all’impegno di Rosario Zurzolo e di sua moglie, Giusy Carnà.
Fondatori di una cooperativa e a capo di un progetto di accoglienza, la coppia ha deciso così di impegnare il proprio tempo e le proprie energie nel promuovere un processo di integrazione e ospitalità. “Quando ci siamo buttati a capofitto in questa impresa, non avevamo mai pensato che ciò si sarebbe trasformata in una risorsa. Inizialmente volevamo solo accogliere le persone che scappavano dalla guerra e offrire loro ospitalità”, ha raccontato Zurzolo in un’intervista ad Al Jazeera.
“Quando abbiamo visto che l’ospitalità veniva ripagata con l’impegno di queste persone a rendersi utili, allora abbiamo pensato che poteva funzionare”.
Qui i rifugiati lavorano e producono, facendo così girare l’economia locale. Si prendono cura delle case abbandonate circa mezzo secolo fa dagli abitanti originari di Camini, scappati a loro volta per mancanza di opportunità e a causa della povertà; ripopolano le aule delle scuole e le strade di un paese che stava progressivamente scomparendo.
“I bambini qui sono felici e lo sono anche io con loro”, ha raccontato Mohamed ad Al Jazeera. “Qui si vive nell’assoluta tranquillità, dove pace e serenità la fanno da padrona”.
Mentre il continuo afflusso di rifugiati viene visto come un problema per la maggior parte delle nazioni europee, la comunità di Camini ha deciso invece di accoglierli, contribuendo così a portare nuova vita a questo paese abbandonato e spopolato.
Tra i comuni della Locride che hanno aperto le porte di casa non c’è solo Camini, ma anche Riace, Gioiosa Jonica, Stignano, Benestare e Africo. In tutto sono dodici i comuni calabresi che fino a oggi hanno aderito allo Sprar, mentre altri otto sono in attesa di una conferma.
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