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Cosa dice (e cosa non dice) il contratto di governo tra M5S e Lega sul tema “ambiente”

Immagine di copertina
Credit Enrico Mattia Del Punta/NurPhoto

In occasione della giornata dello sciopero mondiale per il clima, abbiamo verificato cosa dice il contratto di governo su questo tema, citato anche dal vicepremier Luigi di Maio

“Voglio dirlo chiaramente, e parlo come Ministro dello Sviluppo economico e anche come vicepremier. L’ambiente verrà protetto se troviamo la strada per unire due ambiti che finora si sono fatti la guerra. Produzione di energia, industria automobilistica, sviluppo, realizzare prodotti senza che diventino rifiuti da smaltire, quindi riutilizzabili, riciclabili o compostabili.

Lo sviluppo economico, che è imprescindibile in una società all’avanguardia, può e deve sfruttare le opportunità offerte dalla sostenibilità ambientale. Sono opportunità, non limiti!

Lo dice anche il contratto di Governo: in un futuro sempre più vicino l’economia non dovrà più dipendere dalle fonti fossili come il petrolio e il carbone”.

A dirlo è il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi di Maio, che nella giornata dello sciopero mondiale per il clima, parla ai suoi elettori attraverso il blog dei Cinque Stelle.

Il vicepremier, nell’assumersi l’impegno per un’inversione di rotta sul cambiamento climatico cita il contratto di governo.

Ma cosa c’è davvero nel contratto di governo sul tema “ambiente”?

Lo abbiamo verificato.

Il testo si apre con un paragrafo dedicato all’acqua. “È necessario investire sul servizio idrico integrato di natura pubblica applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011, con particolare riferimento alla ristrutturazione della rete idrica”, si legge nel contratto, che avanza anche l’idea della “costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione pubblica dell’acqua”.

Molto spazio è dedicato al tema della mobilità. Nel testo si legge che l’obiettivo è la “progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina”, promuovendo mezzi meno inquinanti, attraverso “strumenti finanziari per favorire l’acquisto di un nuovo veicolo ibrido ed elettrico a fronte della rottamazione – vendita di un mezzo con motore endotermico o per interventi di retrofit per veicoli a combustione interna” e “meccanismi premiali per l’incentivazione dei mezzi a bassissime emissioni”.

“Per promuovere la mobilità elettrica adesso avete a disposizione un ecosconto fino a 6.000 Euro se volete comprare un’auto elettrica”, dice Di Maio, omettendo però che  gli ecosconti verranno garantiti solo fino a 45mila euro di spesa e saranno di 6mila euro, il massimo previsto, solo per chi rottamerà la propria auto e ne comprerà una elettrica nella fascia di emissioni 0-20 grammi/km di Co2.

A chi rottama e acquista una macchina nella fascia di 21-70 grammi/km di Co2, vengono scontati 2.500 euro. Per chi non rottama, lo sconto sarà compreso tra 4mila e 1.500 euro.

Il programma di governo include la dissesto idrogeologico e stop allo spreco di suolo, ma anche la chiusura dell’Ilva e velocizzazione delle procedure di bonifica aumentandone il livello di trasparenza. Sono tra gli aspetti delle politiche ambientali su cui il contratto di governo Lega-M5s si esprime con maggiore chiarezza.

Eppure proprio sull’Ilva lo stato delle cose è pressoché immobile. In questi stessi giorni, le mamme di Taranto stanno manifestando contro l’inquinamento ambientale nella loro città.

Dinanzi alla Corte d’assise di Taranto è inoltre in corso il processo “Ambiente svenduto”, che punta ad accertare il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva. Tra i 47 imputati c’è anche l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accusato di concussione, il quale a febbraio scorso si è difeso davanti i giudici. (Leggi la nostra intervista all’avvocato tarantino Pasquale Bottiglione che ha intenzione di iniziare a breve uno sciopero della fame, “affinchè a Taranto sia assegnata la medaglia d’oro alla resistenza quale città martire dell’inquinamento selvaggio pubblico e privato”.

Sulla mobilità sostenibile, invece, emerge la contraddizione tra politiche per promuovere il trasporto ferroviario, la ciclabilità e i veicoli elettrici e una eliminazione delle accise che renderebbe i carburanti più convenienti. Recepite alcune richieste avanzate da Legambiente a febbraio scorso, mentre non ci sono i punti fondamentali del “Contratto per l’ecologia” targato Wwf, a cui sia Lega e M5S avevano aderito prima del voto.

Cosa manca

Mancano totalmente i punti sottoscritti da Lega e M5S (rigorosamente prima del voto di febbraio 2018) nel “contratto per l’ecologia” del Wwf. Nel testo si parlava di una riforma del ministero dell’Ambiente per renderlo più efficace ed efficiente, maggiori risorse per parchi nazionali e aree protette, un rinnovo della commissione Via e Vas, che ha gli stessi componenti da dieci anni, e controlli effettivi sulla questione Sistri, il sistema per la tracciabilità dei rifiuti speciali avviato nel 2009 ma ancora non pienamente operativo.

Manca anche il tema della fiscalità ambientale come quello del deposito di rifiuti radioattivi: ancora non si conoscono i siti che potrebbero ospitarlo.

Il cambiamento climatico

Proprio sul cambiamento climatico, tema al centro dello sciopero mondiale indetto per venrdì 15 marzo, il contratto dice che “sono necessari interventi per accelerare la transizione alla produzione energetica rinnovabile e spingere sul risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori”, insieme a “piani specifici per le aree più colpite del nostro Paese”.

Non si parla nello specifico di adattamento ai cambiamenti climatici e non si aggiungono altri dettagli sul tema delle politiche energetiche, che hanno un impatto significativo sulle emissioni climalteranti.

Ma anche su questo tema, Di Maio fa sapere di avere un “Piano Energia e Clima”. “L’abbiamo già inviato alla Commissione europea, che dovrà valutarlo”, afferma il vicepremier.

I punti forti di questo Piano rivoluzionario stanno nel fatto che permette all’Italia di ridurre le emissioni nei settori di almeno un terzo, fino ad arrivare a -60 per cento e in questo modo superiamo anche l’obiettivo fissato dalla Ue. In questo Piano abbiamo previsto che le fonti rinnovabili, siano sempre più centrali nei settori elettrico, termico e dei trasporti e che passino dall’attuale 18 al 30 per cento.

E sono felice di darvi proprio oggi questa notizia: la settimana prossima presenteremo il portale dedicato a questo Piano in cui tutti i cittadini, tutti gli stakeholder potranno dare il loro contributo e informarsi”, conclude il vicepremier.

Leggi anche: Quanti sono i profughi ambientali nel mondo

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