Da Bruxelles secondo richiamo sulla qualità dell’aria, l’Italia rischia una multa da un miliardo
La procedura di infrazione per il superamento dei livelli di biossido d'azoto era già scattata nel 2015. Massimo due mesi di tempo per indicare soluzioni adeguate
Via libera della Commissione europea alla seconda fase della procedura d’infrazione contro l’Italia per l’inquinamento eccessivo
da biossido d’azoto (NO2). Il 15 febbraio da Bruxelles è partito un altro richiamo a rispettare la normativa Ue in materia, e un sollecito a chiarire, entro due mesi, quali provvedimenti intenda prendere Roma per porre rimedio alla situazione.
L’Italia non è la sola destinataria della lettera della Commissione, indirizzata anche a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, perché “non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto, che costituisce un grave rischio per la salute”.
La procedura d’infrazione contro l’Italia è stata aperta nel maggio del 2015, in violazione dalla direttiva Ue varata nel 2008. Nel mirino dei tecnici di Bruxelles, 15 città di sette regioni (Lazio, Lombardia, Liguria, Molise, Piemonte, Sicilia e Toscana) dove è stata riscontrata una presenza di NO2 superiore ai limiti previsti. Si tratta, in pratica, dell’inquinamento dovuto soprattutto alle emissioni dei motori diesel.
Nella proceduta d’infrazione la Commissione contestava anche la mancata attuazione di misure per rendere più breve il periodo di superamento dei valori e la mancata trasmissione dei dati sulla qualità dell’aria relativi all’anno 2013. Adesso, se gli Stati membri interessati non agiranno entro due mesi per mettere in campo misure idonee a risolvere il problema, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell’Ue.
Nella nota del 15 febbraio, Bruxelles invita a rispettare i limiti soprattutto per “salvaguardare la salute pubblica”, ricordando che più di 400mila cittadini muoiono prematuramente nell’Ue ogni anno a causa della scarsa qualità dell’aria, e che milioni di persone soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall’inquinamento atmosferico. Nel 2013, ricorda la Commissione, il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70mila morti premature in Europa, circa tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno.
E sull’Italia pende un’altra spada di Damocle. Per marzo, secondo la tabella di marcia dell’esecutivo europeo, è previsto un secondo parere su una seconda procedura d’infrazione in materia di qualità dell’aria, stavolta per le Pm10, le polveri sottili. Per lo sforamento di queste polveri killer in 55 aree geografiche nel 2006 e 2007, l’Italia è stata già stata condannata dalla Corte di Giustizia.
In caso di una seconda condanna per la mancata adozione di misure idonee il biossido d’azoto, Roma rischia una multa di un miliardo di euro.
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