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Cosa c’è da sapere sui braccialetti con cui Amazon vuole controllare i lavoratori

Immagine di copertina

Il brevetto permetterà alla società di e-commerce di verificare i movimenti dei lavoratori nel magazzino, velocizzandone le operazioni. Ecco come funzionano i bracciali:

Martedì 30 gennaio Amazon ha ottenuto il brevetto per dei bracciali in grado di monitorare i movimenti di chi li indossa.

Secondo il sito GeekWire, che per primo ha riportato la notizia, la società di e-commerce avrebbe intenzione di utilizzarli con i suoi dipendenti, per velocizzare il processo di consegna dei prodotti.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Ecco come funzionano: per mezzo della triangolazione con i sensori posti sugli scaffali, i bracciali (collegati con l’inventario e gli ordini) inviano e ricevono frequenze radio che permettono di seguire esattamente il percorso delle mani e individuare se il pacco è inserito nello scaffale giusto.

Illustrazione di Amazon allegata al brevetto, via USPTO.

Se il lavoratore sbaglia a collocare il pacco il braccialetto vibra o sibila, mandando invece un feedback differente se il procedimento è stato svolto correttamente.

Lo scopo dichiarato dell’innovazione è quello di rendere più efficienti le operazioni di smistamento compiute negli enormi magazzini, permettendo ai lavoratori di trovare tutto più in fretta, e non quindi quello di monitorare gli spostamenti dei lavoratori durante l’orario di lavoro.

In tanti nutrono però forti dubbi riguardo ai rischi che questo comporterebbe per la privacy dei lavoratori.

In Italia Amazon ha tremila dipendenti, otto depositi di smistamento e tre centri di distribuzione, con un quarto in arrivo, ed è impegnata in un contenzioso contro i sindacati riguardo le condizioni di lavoro nella sede di Castel San Giovanni (in provincia di Piacenza), dove i lavoratori hanno scioperato durante il Black Friday.

Leggi anche: Cosa c’è da sapere sullo sciopero dei dipendenti di Amazon nel giorno del Black friday

Non è chiaro se e quando il colosso dell’e-commerce deciderà di realizzare il brevetto, che era stato depositato nel 2016. Per le grandi aziende è la prassi depositare numerosissime richieste di brevetti, anche solo per sottrarli alla concorrenza, molti dei quali restano però inutilizzati.

Il colosso non ha voluto fornire ulteriori informazioni: “Non rilasciamo commenti relativamente ai brevetti. In Amazon siamo attenti a garantire un ambiente di lavoro sicuro ed inclusivo. La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità”.

Uscito da un brillantissimo trimestre dal punto di vista economico, durante il quale ha superato tutte le aspettative del mercato, Amazon è però da tempo al centro di accese polemiche per le condizioni di lavoro nei suoi impianti.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che questa mattina ha incontrato i vertici della società in una riunione durante la quale si sono dichiarati disposti a riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali, ha dichiarato:

“Nel nostro Paese c’è una regolazione per legge di tutti gli strumenti che ipoteticamente consentono i controlli a distanza. Se un’azienda intende utilizzare uno strumento con queste caratteristiche deve farlo nel rispetto della legge: ossia avere l’accordo con le organizzazioni sindacali o richiedere l’autorizzazione al ministero”.

L’azienda si è però difesa da quelle che ritiene “speculazioni fuorvianti” sull’utilizzo del brevetto:

“Questa idea, se e quando dovesse essere implementata in futura, verrà fatta nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione.

Muovendo le attrezzature e verso i polsi dei dipendenti le mani vengono liberate dall’utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo”.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato: “La sfida principale è costruire un lavoro di qualità, non il lavoro con il braccialetto”.

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