“Abolirei storia dell’arte”, la frase di Bonisoli che ha scatenato le polemiche
“Anche io abolirei Storia dell’Arte. Al liceo era una pena”. Le parole scherzose del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli stanno creando un discreto scompiglio nel mondo degli storici dell’arte e non solo.
Secondo quanto riporta Il Secolo XIX, nel corso di un incontro con tutti i sovrintendenti d’Italia che si è svolto nei giorni scorsi, il ministro ha risposto a una domanda del sovrintendente della Liguria, Vincenzo Tinè, che – dopo aver sottolineato le carenze di organico degli uffici – ha parlato delle graduatorie da cui vengono assunti i dirigenti.
“Mi permetterei di suggerire di fermare l’attingimento alla graduatoria degli storici dell’arte – le parole di Tiné – talmente infinita che a dieci anni dal concorso non è ancora esaurita, mentre quelle di archeologi e architetti si sono esaurite subito”.
“Sono d’accordo, anche io abolirei la Storia dell’Arte – ha risposto a quel punto Bonisoli – al liceo era una pena per me, quindi la capisco e condivido il suo disagio profondo”.
Una battuta che però ha scatenato tantissime polemiche.
In merito è quindi intervenuta l’ANISA (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte) per bocca della sua presidente, Irene Baldriga: “Risulta quantomeno bizzarro il fatto che – nel frattempo – la sua stessa maggioranza abbia rilanciato la proposta di una legge che concretizzi il potenziamento della storia dell’arte nella scuola”.
“Se davvero ha pronunciato quelle parole – si legge in un comunicato -, vorremmo dire al Ministro che la storia dell’arte è una disciplina importante, nel senso più puro del termine: significa molto per i giovani possedere delle chiavi di lettura per apprezzare la bellezza e la densità del patrimonio di cui saranno eredi. Attendiamo, fiduciosi, una smentita”.