Milano ritira la sua candidatura dall’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026
La decisione è stata presa dal sindaco della città meneghina Giuseppe Sala: "Le ragioni della politica stanno prevalendo su quelle sportive"
Milano ritira la sua candidatura per le Olimpiadi Invernali del 2026.
“Stante le attuali condizioni, Milano non ritiene praticabile una sua partecipazione alla governance del 2026”, si legge in una lettera del sindaco di Milano Giuseppe Sala inviata al presidente del Coni Giovanni Malagò. La decisone arriva dopo la proposta di una candidatura unitaria tra Milano, Torino e Cortina d’Ampezzo per ospitare i giochi olimpici invernali del 2026.
Il primo cittadino spiega le motivazioni della decisione: “Con rammarico constato che nella scelta della candidatura per i Giochi Olimpici e Paralimpici 2026 le ragioni della politica stanno prevalendo su quelle sportive e territoriali”.
Poi conclude: “Qualora la nostra posizione non sia ritenuta accettabile accoglieremo di buon grado le decisioni del Coni e, certamente, faremo il tifo per la candidatura italiana selezionata”.
Milano si limita a offrire un generico supporto logistico per l’organizzazione di qualche gara: “Per spirito di servizio al paese, Milano conferma la sua disponibilità, ove richiesto, solo come venue di gare o eventi”.
Nelle scorse settimane, Torino, Milano e Cortina d’Ampezzo avevano presentato singolarmente la loro candidatura per ospitare le Olimpiadi. La documentazione era stata inviata al Coni e Malagò aveva detto che sarebbe servito del tempo per valutare la situazione. “Credo sia giusto anche e soprattutto per rispetto della candidatura italiana, è necessario lavorarci al meglio, preparala. Così diamo più forza, anche a livello internazionale”, aveva detto il presidente del Coni.
Il 31 luglio è arrivata una nuova decisione dell’organismo olimpico, che ha optato per una candidatura unitaria delle tre città. “La commissione del Coni indica come strada da seguire e come auspicio la possibilità di una candidatura congiunta con le tre città di Cortina, Milano e Torino, senza una capofila, per far sì che ci sia una vera candidatura italiana, del paese”, aveva dichiarato Malagò.
“Questa è una novità assoluta nella storia del processo delle candidature. È stato ottenuto dal Cio la possibilità di avere un riscontro di pari dignità da parte delle tre città. Un’occasione più unica che rara nella storia delle Olimpiadi”.
Martedì 31 luglio, la sindaca di Torino Chiara Appendino aveva reso nota la sua posizione con una lettera a Malagò sostenendo che la decisione di una candidatura unitaria può essere decisa solo dal governo.
“Prendiamo atto della proposta del Coni. Non abbiamo ancora visto il dossier e su questo ci riserviamo di intervenire. Il governo comunque incontrerà le città candidate e soprattutto verificherà la compatibilità delle linee guida con quelle poste dal Consiglio dei ministri”, aveva scritto la prima cittadina.