Il caso delle due donne dichiarate “socialmente pericolose” per aver contestato Casapound
A due donne che lo scorso 20 maggio avevano contestato dei militanti neo-fascisti intonando la canzone partigiana è stato notificato un provvedimento dal questore di Roma
A due donne romane è stato notificato un provvedimento emanato dal questore e previsto dal Codice antimafia riservato a persone socialmente pericolose che si sono dimostrate “dedite alla commissione di reati”.
Il 20 maggio 2018 le due avevano partecipato a una contestazione contro i militanti di CasaPound nel quartiere Garbatella di Roma, cantando “Bella ciao”.
Secondo la Rete antifascisti e antifasciste di Roma Sud, il provvedimento della Questura è scattato proprio a causa del canto partigiano.
La Questura ha smentito questa ipotesi e ha spiegato che, se le donne sono state dichiarate socialmente pericolose, è per via di alcune loro condotte passate.
“Quel giorno il gruppetto di antifasciste ha intonato ‘Bella Ciao’ a qualche decina di metri dal gazebo montato dai ‘fascisti del terzo millennio’. Per questo”, racconta un comunicato della Rete antifascisti e antifasciste di Roma Sud, “sono state convocate in Questura. A una di loro è stata notificata l’apertura di un’indagine, alle altre due è arrivato invece ‘l’avviso orale del questore’ nel caso esistono indizi a loro carico indicando i motivi che li giustificano”.
Nel comunicato della rete antifascista si legge inoltre: “Il bello è che a nessuna di loro viene specificato quali sarebbero questi reati, anzi, ad alcune di loro viene chiesto: ‘Ma cosa ha fatto negli ultimi anni?’. Mah, un figlio o due, qualche lavoro precario, qualche assemblea cittadina, qualche flash mob… ma nulla che mi faccia sentire pericolosa’, questa è la risposta che affiora alle labbra, ma che si perde nel non sense della situazione”.
“Allora ci si chiede: cos’è che l’ha fatto scattare? Qualcosa accaduto negli ultimi mesi senz’altro, nel quadrante di di San Paolo… qualcosa al quale erano presenti tutte coloro che hanno ricevuto la chiamata della Questura, per ritirare la notifica dell’articolo 1 o una denuncia non meglio specificata. Una sola è la risposta: la contestazione al banchetto di Casa Pound del 20 maggio“.
Il parlamentare di Liberi e Uguali (LeU) Nicola Fratoianni ha commentato la vicenda su Facebook: “Io sapevo che socialmente pericolosi sono ladri, mafiosi, stupratori, corrotti, chi commette reati se la difesa della libertà e l’antifascismo sono reati e socialmente pericolosi, mi autodenuncio anche io. Sono socialmente pericoloso”, ha scritto il deputato.
Sul caso la Questura di Roma è intervenuta con un comunicato in cui si sottolinea che “il collegamento tra l’emissione dei suddetti provvedimenti e le note di ‘Bella Ciao’ è del tutto infondato, poiché la misura non viene adottata per ragioni ‘canore’, ma solo in presenza dei presupposti di legge”.
Il provvedimento, spiegano dalla Questura, è stato diramato “nel pieno rispetto dei presupposti e dei limiti previsti dalla normativa vigente, sulla base di reiterate condotte delle interessate, accertate negli ultimi anni in occasione di varie manifestazioni pubbliche”.
Quanto al giorno della contestazione contro Casapound, la Questura sostiene che “in quella circostanza si sono presentati circa 15 aderenti al movimento antagonista capitolino che hanno messo in atto un’azione di protesta” con “urla, frasi offensive e tentativi di contatto fisico con la fazione opposta”.
In tale situazione, “personale delle Forze dell’ordine si frapponeva tra le due parti evitando che queste venissero a contatto nonostante i manifestanti del movimento antagonista insistessero nella loro azione”
Per questo motivo, conclude la Questura, “gli stessi sono stati tutti denunciati per manifestazione non preavvisata, e soltanto alle due donne è stato notificato il provvedimento di avviso orale, in quanto già conosciute alle Forze dell’ordine”.