“Ho fatto evadere Battisti. Vi dico perché non resterà molto in cella”
L'ex membro di Prima Linea che fece parte del commando per l'evasione di Cesare Battisti parla di una possibile nuova evasione
Una “Facile evasione” dell’ex terrorista: è questo ciò che si potrebbe verificare nei prossimi mesi, secondo l’uomo che lo aiutò ad uscire di prigione nel 1981.
Dopo la cattura e l’estradizione di Cesare Battisti, avvenute tra il 13 e il 14 gennaio, i parenti delle vittime si aspettano di vederlo dietro le sbarre per lungo tempo.
Inizialmente sarebbe dovuto essere rinchiuso nel carcere di Rebibbia, ma le ultime notizie ufficiali lo vedono diretto in direzione Oristano, nel carcere di massima sicurezza in Sardegna.
I giorni di Frosinone – C’è qualcuno che è sicuro che la carcerazione di Battisti, dopo la cattura in Bolivia, non durerà per sempre. A pensarlo è Pietro Mutti, membro di Prima Linea che aiutò l’ex terrorista ad evadere dal carcere di Frosinone prima di far perdere le sue tracce in giro per il mondo.
Cos’è Prima Linea – È stata un’organizzazione armata di estrema sinistra italiana di stampo comunista. Inizialmente associazione politica extraparlamentare legale, fuoriuscita da Lotta Continua, i suoi membri maturarono quasi subito la scelta della lotta armata.
La latitanza – I 38 anni lunghi di latitanza, possibili anche grazie a quella fuga del 4 ottobre del 1981. “Battisti ha vissuto tutta la sua esistenza fuori, tranquillo. Da personaggio pubblico, in Francia e in Brasile. Adesso, a 64 anni, se ne può andare in carcere a scrivere i suoi libri”, dice l’ex membro di Prima Linea.
L’intervista – Al quotidiano La Verità, Mutti racconta quei momenti dell’evasione di Battisti. Il commando, le pistole, l’irruzione al carcere di Frosinone e la fuga prima in auto, poi con un furgone e infine in treno verso Roma. Qualcuno ospitò il terrorista prima della sua fuga verso l’Europa.
I dubbi – “Questa storia doveva finire tanto tempo fa – dice – Il periodo delle provocazioni è finito, ora Battisti si faccia la sua galera e non rompa le scatole. Anche se non credo che andrà così”. Ne è convinto: “Vedrà che troverà una scusa – spiega a La Verità – Secondo me non starà molto in cella. Addurrà motivi di salute. Logicamente qualche anno lo sconterà, ma di sicuro non è il tipo che morirà in gabbia”.