In classe c’è un bambino epilettico e i compagni si assegnano dei ruoli per soccorrerlo in caso di emergenza
In caso di un attacco epilettico improvviso al bambino, tutti i compagni hanno dei ruoli ben definiti: c'è chi corre a prendere il farmaco nel secondo cassetto, chi va a chiamare i bidelli
Noah Perugini è un bambino di nove anni che frequenta la terza elementare di una scuola di Riccione ed è affetto da epilessia.
La diagnosi risale a novembre del 2017, quando un attacco epilettico gli ha provocato convulsioni, una scossa improvvisa lungo il corpo e gli ha fatto perdere conoscenza.
Dopo essere rimasto alcune settimane in ospedale, al suo rientro a scuola, Noah ha trovato una sorpresa ad attenderlo.
Sul muro della classe c’era un cartello con una scritta curiosa: “Incarichi di emergenza”.
Un foglio scritto a pennarello dai suoi compagni di classe per prepararsi ad affrontare tutti insieme i suoi attacchi di epilessia.
In caso di un attacco improvviso, ognuno ha il suo ruolo ben definito: c’è chi corre a prendere il farmaco nel secondo cassetto, chi va a chiamare i bidelli, chi avvisa gli insegnanti nelle classi vicine, chi prende il cuscino del bambino, chi il cellulare dalla borsa della maestra per chiamare a casa e così via.
A spiegare la situazione ai bambini è stata l’insegnante del bambino, che ha parlato loro riguardo l’epilessia.
E’ stata la mamma del bambino a raccontare la storia in una lunga lettera su un gruppo Facebook.
“La maestra ha compiuto un gesto di estrema importanza perché li ha resi partecipi e preparati per una cosa importantissima: Aiutare”, le parole della madre di Noah.
“Questo è un grande insegnamento di solidarietà. Questi bambini un giorno per strada si fermeranno ad aiutare chi ha bisogno e non si volteranno dall’altra parte! Io ho il magone in gola perché so che in classe non vedono l’ora di avere il nome scritto lì sopra”.
“Noi famigliari insegniamo a casa certi valori e principi ma poi è di fondamentale importanza che anche la società segua un certo percorso. Questo foglio per me è la Vita, è amore per il prossimo, è altruismo”, continua.
“Quando una maestra può fare un enorme differenza. Mio figlio sta vivendo tranquillo non solo per noi a casa che cerchiamo di fare un cammino amorevole ma anche perché ha risposte così meravigliose dall’esterno ma che è sempre un ambiente dove vive. Grazie è poco maestra Elena Cecchini”.