Autostrade per l’Italia, Di Maio: “pagano le tasse in Lussemburgo”. È davvero così?
Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova sono scoppiate le polemiche sull'operato di Autostrade per l'Italia, cui il governo intende revocare la concessione
Mentre proseguono le operazioni di ricerca e soccorso sotto le macerie del ponte Morandi a Genova, scoppia la polemica sul crollo della struttura.
La mattina di mercoledì 15 agosto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha dichiarato che il crollo del ponte “si poteva evitare”.
“I responsabili hanno un nome e cognome, e sono Autostrade per l’Italia”, ha detto il vicepremier. “Autostrade doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta. Incassa i pedaggi più alti d’Europa e paga tasse bassissime, peraltro in Lussemburgo”, ha aggiunto.
Anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha ripreso questa informazione in un video. Meloni dice che Autostrade per l’Italia e le società simili fanno pagare “i pedaggi più alti d’Europa e trattengono per sé il 97,6 per cento di quello che ricavano dai pedaggi”.
“Atlantia produce in un anno utili per 2,4 miliardi di euro”, dice la leader di FdI, “soldi su cui neanche paga le tasse, perché ha la sede legale in Lussemburgo”.
Ma è davvero così?
Autostrade per l’Italia è una società per azioni italiana, così come la holding che la controlla, che si chiama Atlantia S.p.a.
Questa è una società quotata in borsa, il cui azionista di maggioranza (con il 30,25 per cento) è la società Sintonia, che fa capo alla famiglia Benetton.
Il resto della società è diviso tra piccoli azionisti e tra altri azionisti, come il fondo sovrano di Singapore GIC, gli americani di Blackrock, i britannici di HSBC e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, tutti sotto il 10 per cento.
Come sottolinea Riccardo Luna, direttore di Agi, in quest’articolo di fact-checking, sia Autostrade per l’Italia sia Atlantia S.p.a. pagano le tasse in Italia. In particolare, Atlantia ha pagato imposte per 632 milioni di euro solo nel 2017 (con un’aliquota del 30,6 per cento).
Sintonia nasce invece come finanziaria lussemburghese che si occupa principalmente di infrastrutture e servizi per la mobilità e la comunicazione, ma viene trasferita in Italia nel 2012, come ha precisato un portavoce della famiglia Benetton.
Le precisazioni della famiglia Benetton
“Tutte le tasse relative all’attività svolta da Autostrade per l’Italia vengono pagate in Italia”, hanno precisato all’Agi i portavoce della famiglia Benetton, aggiungendo che l’azionista di maggioranza di Atlantia è Sintonia spa che possiede il 30,25 per cento e fa capo alla stessa famiglia.
Sintonia nasce nel 2009 come società finanziaria lussemburghese controllata dalla holding Edizione, della famiglia Benetton, che “era stata creata in Lussemburgo per fare investimenti esteri attirando anche altri fondi esteri, ma poi è stata riportata in Italia”.
Nel 2012 Sintonia viene riportata in Italia con sede a Treviso, diventa una società per azioni di diritto italiano che paga le tasse in Italia sui dividendi percepiti, secondo quanto riportato da Agi. L’equivoco può nascere dal fatto che già nel bilancio 2009 si dava conto dell’esistenza di una Sintonia spa, “che però si occupava di altro”, e che è esistita per un breve lasso di tempo contestualmente alla Sintonia SA lussemburghese, e che però è cessata con l’operazione di ristrutturazione del gruppo Benetton del 1 gennaio 2009.
Quindi – precisano i portavoce della famiglia Benetton – l’azionista di maggioranza di Atlantia (30,25 per cento), che controlla il 100 per cento di Autostrade per l’Italia, è una società di diritto italiano, Sintonia spa, che tramite Edizione srl fa capo alla famiglia Benetton.
La revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia
Il premier Conte ha annunciato ieri la decisione del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, nonostante questo possa far sì che il governo debba pagare una penale miliardaria alla società.
Per tutta risposta, Autostrade ha pubblicato una nota in cui si dice “fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario”.
Intanto, la società che controlla Autostrade, Atlantia S.p.a., dopo il crollo del titolo in borsa oggi ha fatto sapere che l’annuncio di revoca della concessione è stato effettuato “senza contestazioni specifiche” e che la modalità dell’annuncio possono avere conseguenze per gli azionisti. Ha sottolineato inoltre che in caso di revoca, ad Autostrade spetta il valore residuo della concessione.
Il governo, però, sembra determinato ad andare avanti. Il ministro Di Maio è tornato ad attaccare Autostrade per l’Italia. “Mentre stiamo cercando di far fronte a questa situazione, Autostrade ci dice che le dobbiamo i proventi per la revoca della concessione”, ha affermato il vicepremier. “Sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali”.
L’articolo è stato aggiornato dopo le dichiarazioni del portavoce della famiglia Benetton.