TPI Denuncia: Atac ha 21 avvocati e 1,3 miliardi di debito, ma paga legali esterni per le cause di licenziamento dei suoi dipendenti
L'azienda dei trasporti romani ha conferito incarichi a professionisti per oltre un milione 200mila euro. Tra questi ci sono avvocati esterni chiamati a patrocinare cause che l'ufficio legale interno non è in grado di gestire
ESCLUSIVO The Post Internazionale (TPI.it) – L’Atac, l’azienda del trasporto pubblico locale di Roma Capitale, ha 21 dipendenti nel suo ufficio legale. Di questi, 8 sono avvocati patrocinanti in azienda. Ciononostante, l’azienda si avvale di una serie di consulenti e legali esterni per seguire parte delle sue pratiche, e lo fa mentre si trova in concordato preventivo e ha un debito di quasi 1,3 miliardi di euro.
Una delle ultime occasioni in cui l’azienda si è rivolta a un legale esterno, di cui TPI.it è venuto a conoscenza, riguarda il caso di Micaela Quintavalle, autista Atac licenziata dopo aver denunciato l’assenza di manutenzione degli autobus romani (qui la sua video-intervista).
Quintavalle ha annunciato che intende fare ricorso contro il provvedimento di licenziamento. Nel primo procedimento intentato dalla sindacalista, che aveva fatto ricorso contro la sospensione disposta nei suoi confronti, Atac si è affidata non ad uno dei suoi legali interni, ma all’avvocato Maddalena Boffoli, giuslavorista con lo studio a Milano.
L’azienda ora potrebbe scegliere di rivolgersi alla giuslavorista anche per il ricorso di Quintavalle contro il licenziamento.
Boffoli è iscritta nella lista accreditati cui affidare incarichi di assistenza giudiziale in materia di lavoro, pubblicata da Atac online. Al 2 ottobre 2018 risulta avere due incarichi difensivi conferiti dall’azienda.
Secondo la lista completa delle consulenze professionali, sempre aggiornata al 2 ottobre, Atac ha conferito incarichi a professionisti per oltre un milione 200mila euro.
Alcuni di questi incarichi riguardano esigenze legate al piano concordatario. Altri, come il caso di Boffoli, il conferimento di un incarico difensivo che l’azienda evidentemente non ha ritenuto di voler affidare al suo team legale interno.
La stessa cifra – un milione e 200mila euro – è stata di recente aggiudicata per un appalto volto a montare dispositivi antincendio su 400 autobus, data l’emergenza dei bus che vanno a fuoco a Roma.
In un momento particolare della vita dell’azienda come il concordato preventivo, la scelta di come spendere i soldi diventa particolarmente importante.
Secondo il bilancio del 2017 di Atac, pubblicato online, i “Costi per servizi” sono pari a quasi 179 milioni, di cui oltre 6 milioni attengono alle “consulenze e prestazioni professionali”.
I costi sono così ripartiti: 106mila euro per consulenze, 810mila euro per prestazioni tecniche ingegneristiche, quasi 3 milioni per assistenza servizi informatici e 2milioni e mezzo per prestazioni varie da terzi.
Secondo un altro documento ottenuto da TPI.it, che contiene la lista dei creditori di Atac al 17 settembre 2017, i debiti dell’azienda verso i professionisti (quasi tutti avvocati) sono pari a 5milioni e mezzo. Con lo studio dell’avvocato Boffoli il debito è di quasi 293mila euro.
Atac, contattata da TPI.it per sapere quale sia il criterio per cui alcune cause vengano affidate a legali esterni, non ha voluto rilasciare dichiarazioni tramite suoi portavoce.
Tuttavia, nel bilancio 2017, si legge che: “Per le spese relative alle consulenze specialistiche e professionali, la Società continua a perseguire gli obiettivi di massima valorizzazione delle risorse interne, con ricorso solo eventuale e adeguatamente motivato a competenze e professionalità esterne”.
“Al riguardo la Società si è dotata di un’apposita procedura volta a disciplinare le fasi di programmazione, acquisizione e monitoraggio delle consulenze, con l’obiettivo di definire in modo univoco il criterio di riferimento vincolante per una appropriata classificazione contabile delle prestazioni in argomento. Il costo per consulenze, pari a euro 106.437, fa segnare un notevole risparmio rispetto al valore dell’esercizio precedente”.
La situazione di Atac
L’azienda, a un anno dalla firma del concordato preventivo, ha presentato a settembre il bilancio semestrale 2018 e ha registrato per la prima volta dopo anni un attivo di 5,2 milioni di euro grazie al congelamento dei debiti frutto del concordato.
Atac, che ha oltre 11mila dipendenti, nel 2017 ha erogato il 23,4 per cento dei servizi di metropolitana in meno rispetto a quanto previsto dal contratto. Si passa al 18,1 per cento in meno per i mezzi di superficie.
Ma la sicurezza rimane un problema: solo nel 2018 a Roma sono andati in fiamme 21 autobus, di cui l’ultimo a settembre.
Gli autobus circolanti hanno in media 12 anni e i tram ne hanno 32: parliamo di un’età del parco vetture circa 40 per cento superiore rispetto alla media europea.
I guasti, che nel 2007 erano l’8 per cento, nel 2016 erano pari al 36 per cento.
Per affrontare la questione, Atac ha ottenuto lo scorso 20 ottobre l’aggiudicazione di un appalto da un milione 200 mila euro per montare un sistema antincendio su quattrocento autobus (un numero minimo rispetto agli oltre 2mila autobus del parco vetture dell’azienda).
Il caso Quintavalle
Micaela Quintavalle, segretario nazionale del sindacato Cambiamenti M410, è stata licenziata lo scorso 25 settembre dopo 128 giorni di sospensione.
A maggio 2018 aveva rilasciato al programma televisivo Le Iene un’intervista in cui denunciava i malfunzionamenti e i guasti degli autobus dell’azienda di trasporti pubblici romani.
Secondo l’azienda, però, la denuncia della sindacalista ha violato il codice etico aziendale. Da qui la sospensione e la lettera di licenziamento.
A difendere Atac nella prima causa, quella riguardante la sospensione – conclusasi per cessazione della materia del contendere dopo il licenziamento – è stato, come anticipato, un legale esterno, l’avvocato Maddalena Boffoli.
Questo nonostante otto avvocati dell’ufficio legale di Atac su 21 siano abilitati a patrocinare per conto dell’azienda, come previsto per gli avvocati dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
“Questi avvocati, fra cui rientrano evidentemente quelli dipendenti di ATAC s.p.a., costituiscono un ufficio legale interno e possono patrocinare esclusivamente le cause dell’ente di appartenenza”, spiega a TPI.it l’avvocato di Quintavalle, Valentina Cicconi. “Nulla osta, però, che l’ente conferisca incarichi ad avvocati del libero foro, soprattutto in caso di giudizi particolarmente complessi”.
“Non so ancora se seguirò la causa per il licenziamento di Quintavalle”, ha spiegato l’avvocato Boffoli, contattata telefonicamente da TPI.it. “La prima parte del contenzioso l’ho seguita io, non so se sarà affidato a me”.
Ma come mai l’Atac ha scelto di rivolgersi a un giuslavorista esterno?
“Il carico del lavoro per questo tipo di contenziosi in Atac non sempre consente che le cause possano essere seguite dalla struttura”, dice Boffoli. “La professione di avvocato, come quella del medico, va avanti per specializzazioni. Lei sa farebbe mai curare la vista da un ortopedico? Credo di no. Quindi a volte, quando il carico dei loro avvocati sulle cause giuslavoristiche è troppo, si rivolgono a turnazione agli esterni”.
“Poi può capitare che, come in tutte le società controllate da pubblica amministrazione, la specificità di determinati contenziosi, anche per la delicatezza della materia, può richiedere l’ausilio di un avvocato esterno che, avendo una visione più ampia del panorama di casistiche giuslavoristiche, può essere più utile”, aggiunge l’avvocato.
Riguardo al credito di 292mila euro che risulta nei suoi confronti, l’avvocato Boffoli specifica che si tratta di gestione di contenziosi, e non di consulenza.
“Noi non abbiamo contratti di consulenza, veniamo incaricati di gestire il contenzioso”, spiega, “peraltro con richiesta di riduzione rispetto alle tariffe minime previste dagli albi professionali, proprio per venire incontro alla società, che vengono rigorosamente controllate”.
“Bisogna considerare inoltre che alcuni di quei casi presentano anche le condanne dei lavoratori a pagare le spese legali, quindi molti di quegli importi verranno recuperati dalla società che è risultata vittoriosa”, aggiunge l’avvocato.
Il referendum dell’11 novembre
L’11 novembre 2018 i cittadini romani saranno chiamati a votare sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico locale (qui tutto quello che c’è da sapere sul referendum).
Il risultato della consultazione non ha effetti diretti, trattandosi di un referendum consultivo.
Se vincesse il sì comunque l’amministrazione comunale dovrebbe tenere conto delle richieste avanzate dai cittadini per aprire un dibattito sulla messa a gara il servizio dei trasporti della capitale.
Sono a favore del sì al referendum i comitati promotori “Mobilitiamo Roma”, dei Radicali Italiani (qui la nostra intervista video ai Radicali, in cui spiegano le ragioni del sì).
Tra i promotori del No ci sono Potere al popolo, il sindacato Usb, la Cgil e altri comitati (qui la nostra intervista video a un rappresentante di Usb, che spiega le ragioni del no).
• In questo articolo abbiamo raccontato il viaggio di TPI.it in Atac attraverso le parole di chi è dentro. Dallo scandalo Parentopoli alla truffa dei biglietti falsi, passando per il furto del carburante nei depositi, ai mezzi manomessi, fino a quelli che prendono fuoco in strada: Atac è sempre stata segnata da criticità, scandali e bilanci in perdita.