Arresto di Assange, Di Battista attacca: “Se il governo non sostiene Julian è lo scendiletto degli Usa”
“Il governo italiano intervenga per Julian Assange o non ci sarà differenza con gli scendiletto Usa che ci hanno governato negli ultimi trent’anni”. È perentorio Alessandro Di Battista, ex deputato e attivista del Movimento Cinque Stelle sul caso dell’arresto del fondatore di WikiLeaks.
Da qualche tempo fuori dalla scena politica, Di Battista ha scelto il caso Assange per schierarsi su una vicenda di cronaca. E lo ha fatto con una provocazione al governo italiano, di cui fa parte anche il “suo” Movimento Cinque Stelle, oltre alla Lega.
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“C’è chi fa finta di difendere la libertà di stampa – ha scritto l’esponente grillino in un post su Facebook, corredato da una sua foto insieme ad Assange nell’ambasciata dell’Ecuador, scattata nel 2013 – ma in realtà difende soltanto editori senza scrupoli e osceni finanziamenti pubblici. Costoro non sono giornalisti ma”sicari” della libertà di informazione. Si stracciano le vesti se li accusi di prostituzione intellettuale, organizzano ipocrite manifestazioni a difesa della libertà di espressione quando l’unica cosa che gli interessa è la libertà di mentire”.
“Non sono giornalisti – ha continuato Di Battista – ma esponenti politici che neppure hanno la decenza di presentarsi alle elezioni. Volete sapere chi sono? Sono tutti coloro che non difenderanno un patriota dell’umanità come Assange. Il governo italiano ha il dovere di mettere in campo ogni iniziativa possibile a sostegno di Assange, della sua libertà e della libertà di WikiLeaks, un’organizzazione alla quale, tutti quanti, dobbiamo moltissimo”.
Subito dopo il post, in realtà, il Movimento Cinque Stelle ha deciso di seguire la linea tracciata da Alessandro Di Battista. Ed è arrivata così una condanna, da parte del partito, dell’arresto dell’attivista australiano, considerato “una grave violazione del diritto internazionale”.