Asia Argento testimonial di Me Too? È come un macellaio testimonial degli animalisti
Cosa c'entra il caso Asia Argento con la crisi della Sinistra? Nel suo commento Paolo Ercolani parte dall'inchiesta del New York Times per allargare lo sguardo alla politica italiana
Non è mia intenzione tornare sul caso di Asia Argento, sulla quale non sarebbe giusto infierire, perché il metodo di Asia Argento (insulti e aggressività) non va usato neppure contro di lei. asia argento news me too
Quello che mi disturba, e tutto sommato mi fa in*****re, è l’ottusità di chi ha pensato che un soggetto del genere potesse essere eletto a paladino del movimento #metoo e della causa femminile.
Quando sarebbe bastato conoscere un decimo della sua carriera e dell’immagine che ha sempre voluto dare (e non entro nella vita privata), per comprendere che assumere lei come testimonial del movimento a difesa delle donne, sarebbe stato come se il movimento degli animalisti e vegetariani avesse scelto come paladino un macellaio.
Dobbiamo farla finita di pensare che la Sinistra sia immune alla demagogia, al populismo e alla stupidità.
Viviamo in una società imbruttita e culturalmente impoverita. Tutti.
E tutti dobbiamo darci da fare per uscirne e recuperare dignità. E soprattutto la capacità di distinguere l’oro dall’argento. E i valori dalle luci artificiali della società dello spettacolo.
L’inverno passato sono stato messo sotto accusa da molte persone, anche con toni (e modi) violenti, perché mi sono permesso di scrivere su L’Espresso che non si poteva elevare Asia Argento a paladina della ben più nobile e importante causa femminile.
Fui accusato di victim blaming (colpevolizzazione della vittima) e altre sciocchezze del genere, solo perché osai sostenere che la sua carriera, i suoi atteggiamenti e il suo “esempio” rappresentavano piuttosto un’offesa nei confronti di tante donne comuni (e non famose) che quotidianamente devono affrontare violenze, discriminazioni e umiliazioni, senza i privilegi, i guadagni e la promiscuità opportunistica propri del mondo dello spettacolo.
Questo a prescindere dal caso di Weinstein (il produttore accusato di violenza dalla Argento e da altre attrici, che sta pagando e, sia chiaro, dovrà pagare per tutte le sue malefatte).
In particolar modo, mi permettevo di criticare la Sinistra, o meglio quella sinistra che ha ritenuto, chi furbescamente chi sinceramente (in entrambi i casi: stupidamente), di cavalcare l’onda dell’attrice trasgressiva che a pugno chiuso aveva finalmente il coraggio (sic) di scardinare il sistema maschilista e misogino.
Risultato: Asia Argento tornata al centro della ribalta (perché nello Spettacolo conta tornare alla ribalta, non certo i valori), e la Sinistra condannata all’irrilevanza dai suoi stessi elettori.
Quella Sinistra che, se non riparte dal basso, dal popolo, dai diritti e dai bisogni delle persone comuni (e non quelli dei “fighetti”, per intendersi), si condannerà alla sparizione perpetua e irrimediabile. Ammesso che ciò non sia già avvenuto.
Paolo Ercolani insegna filosofia all’Università di Urbino Carlo Bo e ha scritto libri e articoli di rilievo nazionale e internazionale. È tra i fondatori del progetto “Filosofia in movimento”. Ha scritto un commento sul caso Asia Argento nel suo blog sull’Espresso, a ottobre 2017. Questo commento, invece, è stato pubblicato sul suo profilo Facebook in due diversi post e ripreso su TPI.it con il consenso dell’autore.