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Arresti nella sanità in Umbria, Zingaretti commissaria il Pd regionale

Immagine di copertina
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti e la governatrice Pd dell'Umbria, Catiuscia Marini

È un vero e proprio terremoto per il Pd quello avvenuto nella Sanità dell’Umbria. Dopo i fatti di sabato 12 aprile 2019, che hanno portato agli arresti del segretario regionale del Pd Umbria Gianpiero Bocci (che si è anche autosospeso) e dell’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, Nicola Zingaretti ha deciso di commissariare la Federazione regionale del Pd dell’Umbria.

Il segretario, infatti, ha deciso di affidare a Walter Verini, presidente del Pd dell’Umbria, la guida del partito nella regione. I reati contestati a Bocci e Barberini sono abuso d’ufficio, rivelazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento e falso, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda un concorso in un’azienda sanitaria della regione.

Per il resto, da parte dei dem ci sono solo bocche cucite sulla vicenda che ha portato la Guardia di finanza a perquisire anche la governatrice umbra, Catiuscia Marini, anche lei indagata.

Intercettato dai giornalisti a Cesena, il presidente del Pd Paolo Gentiloni ha liquidato la questione: “Non ho elementi per commentare”, ha detto. Roberto Morassut, invece, ha analizzato i fatti: “L’inchiesta umbra è dolorosa, ne vedremo gli esiti finali. Tuttavia essa ci richiama comunque alla necessità di riformare le norme che presiedono alle modalità delle nomine negli enti pubblici e nelle partecipate”.

“Il problema – ha continuato Morassut – riguarda purtroppo tutti i partiti ed è strutturale. Le nomine pubbliche vanno selezionate su base concorsuale e di merito, non con una scelta discrezionale. In Parlamento c’è una  proposta di legge depositata dal Pd in Commissione affari costituzionali, che rivoluziona il sistema delle nomine affidandolo per legge a procedure concorsuali. Si discuta quella legge, la maggioranza non la ostacoli”.

Se dai piani alti del Pd non sono arrivati commenti sui fatti avvenuti sabato, al contrario Lega e Movimento Cinque Stelle sono andate subito all’attacco.

“Alla luce di ciò che è successo – ha dichiarato in una nota la Lega dell’Umbria – chiediamo cento passi indietro alla presidente Marini, che deve andare a casa. La giunta deve chiedere scusa e sparire. Il Pd ha portato la nostra regione al tracollo”.

Il partito, quindi, ha chiesto di indire elezioni anticipate rispetto alla scadenza del mandato nel 2020: “Senza entrare nel merito degli ultimi arresti – ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini – i cittadini dell’Umbria sono malgovernati da troppo tempo. Elezioni regionali subito”.

Sulla stessa linea il M5s, che chiede una riforma del sistema della sanità pubblica: “Quello che è accaduto in Umbria – ha dichiarato il leader pentastellato Luigi Di Maio – è molto grave, lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti. Bisogna slegare le nomine negli ospedali dalla politica. Bisogna fare una legge per introdurre un sistema più meritocratico ed efficiente, con concorsi trasparenti”.

La ministra della Salute, Giulia Grillo, dopo essersi augurata di arrivare presto a “un sistema sanitario pulito, efficiente e all’altezza del compito a cui la nostra Costituzione lo ha chiamato in difesa del diritto alla salute per ogni cittadino”, ha dato indicazione ai suoi uffici di convocare l’unità di crisi permanente del ministero. L’obiettivo è “individuare con tempestività procedure e strumenti atti a ridurre il rischio di ripetizione di questi eventi”.

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