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Home » News

Dal pool di Mani Pulite alle polemiche con Salvini: chi è il pm Armando Spataro

Immagine di copertina

Armando Spataro, classe 1948, è un magistrato italiano, procuratore della Repubblica del Tribunale di Torino e dirigente nazionale della Associazione Nazionale Magistrati.

Era entrato in magistratura nel 1975. Spataro divenne divenne famoso in seguito all’inchiesta sull’incidente automobilistico che causò la morte di Ronnie Peterson, durante il Gran Premio d’Italia del 1978.

In seguito si è occupato di criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti ed è chiamato a partecipare alla Direzione distrettuale antimafia dal 1991 (anno della costituzione) al 1998, occupandosi soprattutto di indagini su ‘ndrangheta e mafia siciliana.

Fu chiamato a far parte del pool di “Mani pulite”. Dal 1998 al 2002 è stato membro del Consiglio superiore della magistratura.

Dal 30 giugno 2014 è procuratore della Repubblica di Torino, nominato dal plenum del CSM con 16 voti a favore su 24. Il 9 settembre 2017 muore per una malattia incurabile il figlio Andrea, avvocato penalista di 36 anni.

TPI lo aveva intervistato in merito ai crescenti episodi di matrice xenofoba.

“Non mi esprimo sulle singole vicende, per alcune delle quali le indagini sono ancora in corso, ma non vi è dubbio che assistiamo ad una crescita di episodi di matrice xenofoba, che si verificano in zone diverse d’Italia, e questo dovrebbe far riflettere. Si vive in un clima in cui affermazioni sempre più diffuse e che circolano anche in ambiti politici rischiano di aumentare l’allarme, di far crescere l’odio e di indurre persino i cittadini a rinunciare a parte dei loro diritti in nome della sicurezza”, aveva detto.

“Questo clima rischia di diffondersi. Trovo che occorrano più freddezza e più ragione, di cui dovrebbe farsi carico chi ha la responsabilità di guida politica del paese”. Qui l’intervista integrale.

La polemica con Matteo Salvini sul tweet sulla mafia nigeriana

Armando Spataro ha commentato in maniera molto dura un tweet del 4 dicembre 2018 in cui Matteo Salvini scriveva: “49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni, sono stati arrestati poche ore fa dai carabinieri in provincia di Palermo. Le buone notizie non finiscono qui. Altri 15 mafiosi nigeriani sono stati arrestati a Torino dalla polizia, che poi ha ammanettato altri 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano. Grazie alle Forze dell’ordine! La giornata comincia bene!”.

“Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica  al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso”, ha detto Spataro.

“All’inizio della mattinata odierna, il ministro dell’Interno ha diffuso un tweet in cui, facendo seguito ad altro precedente, afferma: ‘..non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia’, facendo seguire riferimenti ad arresti avvenuti altrove”, ha proseguito.

Pochi minuti dopo è arrivata la replica di Salvini: “Basta parole a sproposito. Inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il Procuratore Capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato”, ha detto il vicepremier Salvini rispondendo al pm Spataro.

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