Quando Alessandro di Battista faceva l’animatore e si faceva chiamare “Cuore di panna” | VIDEO
Nel 2001 l'ex deputato 5 Stelle, ora in viaggio in Sudamerica, lavorava in un villaggio turistico della Sicilia, a San Vito Lo Capo in provincia di Trapani
Silvio Berlusconi, Francesco Rutelli, Fedele Confalonieri, Luca Zaia. E ora anche Alessandro Di Battista. Sono tutti i politici che prima di ricoprire cariche pubbliche hanno fatto gli animatori turistici.
O meglio: Rutelli e Di Battista sono stati veri e propri animatori, Berlusconi e Confalonieri invece giravano come pianisti sulle navi da crociera e il governatore del Veneto era un noto pr di locali notturni.
Il settimanale Oggi ha scovato un video del 2001 nel quale l’esponente del Movimento 5 stelle fa una coreografia di un ballo di gruppo sul palco di un piccolo teatro.
All’epoca Di Battista, che aveva 23 anni, era un animatore in un villaggio turistico di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, in Sicilia. ed era soprannominato “Cuore di panna”. All’inizio del filmato sale sul palco e inizia a ballare insieme ai suoi colleghi.
Ora l’ex deputato 5 Stelle sta viaggiando in Sudamerica: è partito prima che il nuovo governo giallo-verde giurasse e tornerà a dicembre. A novembre avevano fatto polemica le sue parole contro i giornalisti.
Di Battista aveva definito i giornalisti “pennivendoli e puttane, che si prostituiscono per viltà” (qui l’intera vicenda). Anche il vicepremier Di Maio aveva duramente attaccato i giornalisti, definendoli “la vera piaga di questo paese, corrotti intellettualmente e moralmente” (Qui le sue parole).
Il 13 novembre 2018 è tornato ad attaccare la categoria, e questa volta lo ha fatto pubblicando una lista degli “eletti”, gli unici giornalisti che in Italia sarebbero “liberi”.
Nell’elenco entrano solo 8 giornalisti: Marco Travaglio, Massimo Fini, Pietrangelo Buttafuoco, Fulvio Grimaldi, Alberto Negri, Franco Bechis, Luisella Costamagna, Milena Gabanelli.
Alessandro Di Battista, nello stesso post, spiega che il motivo per il quale ha deciso di non fare il ministro è quello di essere “totalmente libero di scrivere e dire ciò che penso. Questo è un privilegio incredibile, altro che auto blu e assegni di fine mandato”.