Al Bano chiede i danni all’Ucraina
Da lunedì 11 marzo 2019, il cantante pugliese Al Bano è stato inserito nella lista nera degli artisti banditi dall’Ucraina.
Secondo il Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, che redige la Black list dietro indicazione dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali, il cantante è un amico del presidente russo Vladimir Putin e rappresenta quindi una minaccia per il paese.
L’artista di Cellino San Marco però non ci sta e chiede l’intervento delle autorità italiane.
“Non ci fermeremo, andremo sino a Strasburgo perché questo può diventare un pericoloso precedente. Al Bano è cittadino del mondo e amico di tutti, deve essere libero di andare in Ucraina; chiediamo al nostro governo di intervenire immediatamente perché hanno ingiustamente attaccato il simbolo della canzone italiana”, ha annunciato l’avvocato del cantante, Cristiano Magaletti.
“Questa vicenda non deve essere trattata con superficialità e ironia, ma va dibattuta con la rabbia di chi si trova a subire un’enorme ingiustizia”, ha continuato il legale facendo riferimento anche ai media.
Al Bano sembra quindi intenzionato a chiedere un risarcimento al governo ucraino, specificando che l’eventuale compenso sarà “devoluto interamente in beneficenza a un ente ucraino”.
Nei giorni scorsi il cantante si era già espresso sulle misure del governo do Kiev disposte contro di lui, affermando di essere trattato come “un terrorista” e di non avere alcun rapporto di amicizia con il presidente Putin.
“È inaccettabile che proprio io che canto da sempre la pace ora venga trattato come un terrorista. Non ho mai posseduto armi, neanche quelle mentali”, aveva commentato Al Bano.
È vero che il cantante pugliese e la moglie Romina Power negli anni Ottanta e Novanta erano famosi in Unione Sovietica e che hanno incontrato tre volte il presidente russo, ma ciò secondo Al Bano non giustifica il trattamento che Kiev gli sta riservando.