Affogata dal fidanzato perché non voleva spogliarsi: la storia della 16enne è una puntata di Amore Criminale
Federica è morta a 16 anni nelle acque del Lago di Bracciano per mano del suo fidanzato. Una violenza inaudita: il ragazzo 23enne tenne la testa di Federica Mangiapelo sott’acqua finché non smise di respirare, soltanto perché lei non voleva spogliarsi.
Quella sera di Halloween del 2012, venne messo in atto uno dei peggiori femminicidi della storia recente, tanto da diventare oggetto di una puntata di “Amore Criminale“, programma sugli amori violenti con ricostruzioni e testimonianze in studio.
Lei di Alatri, lui di Formello, tra Viterbo e Roma, una storia che i genitori di Federica cercavano di contrastare, perché l’adolescente aveva abbandonato la scuola, con il progetto di andare a vivere con Marco Di Muro, il fidanzato barista. Lui la influenzava in molte delle sue scelte, facendole sognare l’indipendenza.
C’erano già state delle avvisaglie di rabbia repressa e violenza latente prima dell’orribile sera del lago: Federica era già stata chiusa a chiave in macchina, schiaffeggiata per aver rifiutato un bacio e sgridata senza senso.
Ma mai c’era stata un’occasione come quella del 31 ottobre, serata in cui i due fidanzati si appartano dopo una feste per un po’ di intimità. La mattina dopo il corpo senza vita della ragazza riaffiora dall’acqua. Inizialmente le ore tra la festa e il decesso di Federica erano difficili da ricostruire. Per l’autorità giudiziaria potrebbe trattarsi di incidente, un’anomalia cardiaca congenita, per cui il cuore di Federica si sarebbe fermato. Marco, in questa prospettiva, è solo un testimone.
Ma è l’autopsia a parlare: acqua nei polmoni. Può essere solo annegamento. Durante quella notte il ragazzo le ha messo la testa sotto l’acqua quante volte è bastato per toglierle l’aria. Negli anni del processo Federica è stata chiamata “la ragazza del lago”, quel lago di Bracciano che se l’è portata via per sempre. Una giovane donna morta per un “no”.