Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 13:07
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Viaggio nella guerra dimenticata dello Yemen: dentro gli ospedali, tra gli eroi di tutti i giorni

Immagine di copertina

La terza tappa del percorso di Laura Silvia Battaglia in Yemen, dove la guerra tra houthi e lealisti ha provocato la morte di quasi 10mila persone secondo i dati Onu

La dottoressa Faiza Yahia Ali al-Ghada non ha tempo per commuoversi, né tantomeno per piangere. Me lo dice con una lucidità disarmante davanti a S., un bambino di 4 anni senza padre, senza madre, di fatto in coma permanente, attaccato a una macchina, dopo che un tetto gli è crollato addosso durante i bombardamenti a Sanaa, capitale dello Yemen.

“Dobbiamo essere forti per la nostra gente, piangere non serve a nulla. Bisogna essere attivi e stare pronti. Non sai mai qui, in ospedale, cosa può arrivarti domani”.

Faiza non riceve lo stipendio da quattro mesi ma va a lavorare comunque. Nella sua condizione ci sono tutti coloro che lavorano negli ospedali nello Yemen del nord: dal taglio dei salari si è passati alla loro mancata erogazione, dopo che la banca centrale del paese è stata trasferita da Sanaa ad Aden, una città costiera capoluogo dell’omonima regione. 

Feiza non è la sola. Abdulwahab al Haifi è pediatra dell’ospedale al Thoura e registra ogni giorno l’ingresso di una ventina di pazienti con differenti tipi di disturbi. I più frequenti sono diabete, fratture, malattie della prima infanzia, epilessia, insufficienze renali: Abdulwahab che ha una certa età e dei bei baffoni bianchi fa del suo meglio ma lamenta che fino ad un certo punto non può operare, non si può spingere oltre.

*Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come.*

“Mancano l’ossigeno, i medicinali di ruoutine come antibiotici, anti-depressivi, immunoglobulinici, mancano le flebo e le siringhe. I letti sono pochi, in rianimazione men che meno. Non sappiamo come fare, ci arrangiamo come si può”.

Di solito, la soluzione è spedire a casa chi si regge con le sue gambe, ossia chi, in apparenza, non è in condizioni critiche. Ma in questo modo, chi ne fa le spese sono soprattutto le donne che partoriscono con complicazioni ed emorragie, i malati cronici (diabete ed altre patologie), i malati di cancro.

All’ospedale al-Sabaeen, la sezione tumori è il girone dei dannati. Tutti insieme, senza separazione tra donne, uomini e bambini e nemmeno separati per tipologia di tumore, gli ammalati rispettano l’ora di ricreazione in cortile.

C’è chi mangia, chi semplicemente staziona con i parenti. Se un’organizzazione umanitaria esterna arriva o si presenta per il monitoraggio, gli ammalati ne assaltano i rappresentanti, lamentando ogni cosa, dalla mancanza di cure, all’interferenza degli americani nella politica locale. Abeer ha tre anni e un linfoma che le deforma l’occhio sinistro dall’interno. “L’ospedale non ha medicine, mi hanno dato la ricetta per comprarle: non ne abbiamo abbastanza. Oggi siamo qui solo per un controllo”. 

Il pellegrinaggio di cinque giorni in tutte le sezioni degli ospedali di Sanaa, mi restituisce la certezza di una sanità al collasso e della forza eroica di chi la tiene ancora in piedi. Grandi eroi del quotidiano che nemmeno sanno di esserlo, professionisti che impediscono a questa guerra di sbranare l’ultimo scampolo di umanità che resta in questi luoghi di sofferenza.

Persone capaci di fare sentire a casa il piccolo M. 7 anni, un tumore al cervello e fratture multiple dopo un grave incidente, abbandonato da tutti i parenti al pronto soccorso. M. è la mascotte del reparto di neurochirurgia pediatrica dell’al Thoura e il dottor Mohammed Zaid Ali Saleh sta pensando di adottarlo come si conviene a un bimbo di quella età. M. ci guarda e non parla. Ma sorride e capisce, ed è già tanto.

(Un bambino in un’incubatrice al reparto neonatale dell’ospedale al Jomury. Credit: Laura Silvia Battaglia)

LEGGI ANCHE: VIAGGIO NELLA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN: LA NOTTE DI SANAA (SECONDA PUNTATA)

LEGGI ANCHE: VIAGGIO NELLA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN: LUNGO LA VIA DELLA SETA (PRIMA PUNTATA)

**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.** 

Ti potrebbe interessare
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Esteri / Gaza: 38.713 morti dal 7 ottobre. 3 razzi lanciati verso Sderot. J.D. Vance a Israele: "Concluda la guerra al più presto"
Ti potrebbe interessare
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Esteri / Gaza: 38.713 morti dal 7 ottobre. 3 razzi lanciati verso Sderot. J.D. Vance a Israele: "Concluda la guerra al più presto"
Esteri / Trump, archiviato il caso dei documenti riservati sottratti alla Casa Bianca: “Basta caccia alle streghe”
Esteri / Un nuovo video mostra l’attentatore di Trump mentre si arrampica sul tetto: il pubblico lo nota e richiama l’attenzione
Esteri / Russia, parlò del massacro di Bucha: la giornalista Masha Gessen condannata in contumacia a 8 anni
Esteri / Israele: poetessa palestinese Hanan Awwad fermata, aggredita e interrogata per ore sui suoi scritti
Esteri / Trump torna a parlare dopo l’attentato: “Grazie a Dio non sono morto. Ora ho l’occasione per unire gli Usa e il mondo intero”
Esteri / Gaza, l'Unrwa: "Ci vorranno 15 anni per rimuovere le macerie nella Striscia". Media libanesi: "In settimana in Qatar riprendono i negoziati per la tregua"
Esteri / Chi era Thomas Matthew Crooks, l’attentatore di Donald Trump | VIDEO