A che punto è la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi prevista dall’accordo con l’Ue
La commissione europea dovrebbe dichiarare oggi se la Turchia ha raggiunto i 72 criteri dell’accordo per la liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi verso l'Ue
La commissione europea ha dato il via libera alla liberalizzazione dei visti per l’Ue ai cittadini turchi. La Turchia non ha tuttavia raggiunto i 72 criteri previsti dall’accordo per la liberalizzazione dei visti dei cittadini turchi verso i paesi dell’area Schengen. Il prossimo step riguarda l’approvazione dell’accordo da parte del parlamento europeo e dei governi nazionali degli stati membri. Il 4 maggio era il termine previsto dai negoziati con Ankara.
I 72 punti della roadmap stabilita durante i negoziati sono organizzati in cinque blocchi: documenti, gestione della migrazione, ordine pubblico e sicurezza, diritti fondamentali e riammissione dei migranti irregolari.
La liberalizzazione dei visti era stata offerta alla Turchia in cambio dell’accoglienza dei migranti arrivati in Grecia, in base all’accordo siglato tra Ankara e Bruxelles lo scorso 17 e 18 marzo.
Il timore è che senza l’accordo sui visti, la Turchia non adempierà ai suoi compiti di accoglienza migranti. L’accordo riguarda i visti di tre mesi per soggiorni di breve durata, sia per turismo che per affari, ma non comprende anche i visti per motivi di lavoro.
La Turchia ha già annunciato che se non verranno liberalizzati i visti per i cittadini turchi, allora bloccherà l’arrivo dei migranti sul suo territorio. Tra gli aspetti più controversi vi è la disputa con Cipro, perché Ankara non riconosce la Repubblica di Cipro, membro Ue.
Maggiore libertà di stampa, diritto a un equo processo, la revisione della legislazione in materia di terrorismo per proteggere i diritti delle minoranze sono solo alcuni dei criteri chiesti dall’Unione europea in cambio della liberalizzazione dei visti. La Turchia intanto fa pressione perché l’accordo venga stipulato entro la fine di giugno.
L’Unione europea si sta muovendo verso la concessione dell’esenzione dei visti per i cittadini di Kosovo, Georgia e Ucraina. Ciò rende più difficile una giustificazione sul perché non venga inclusa la Turchia, che a differenza dei tre paesi, ha anche avviato i negoziati di adesione all’Unione europea.
All’interno dell’Unione europea c’è grande preoccupazione sul conflitto in corso nel sudest del paese tra l’esercito turco e i curdi del Pkk, che Ankara considera terroristi. Ma anche sul sistema giudiziario, sulla corruzione diffusa, sulla limitata libertà di opinione e l’inadeguata tutela dei diritti delle minoranze.
D’altro canto la Commissione ha affermato che la Turchia ha migliorato le condizioni di vita di numerosi profughi siriani, che si stima siano 2,75 milioni. Sono tante le Ong e le organizzazioni per la tutela dei diritti umani che rimangono scettiche sull’accordo, accusando la Turchia di non avere gli standard minimi di garanzia per i profughi.
L’accordo su migranti ha avuto certamente, dati Unhcr alla mano, l’effetto di scoraggiare i viaggi in mare. Nell’aprile 2016 sono stati 12.325 i migranti arrivati via mare in Italia e in Grecia, il 59 per cento in meno rispetto il mese di aprile del 2015. Di questi, 9.116 sono arrivati in Italia (rispetto ai 16.063 dell’aprile 2015) e 3.209 in Grecia (rispetto ai 13.556 dell’aprile 2015).
In questa mappa i flussi migratori nel Mar Mediterraneo con i dati dei primi 4 mesi del 2016: