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L’attacco al Museo Bardo di Tunisi

Immagine di copertina

Secondo il primo ministro tunisino Habib Essid, sono almeno 17 i turisti stranieri che sono rimasti uccisi

L’assedio al museo Bardo di Tunisi che ha causato almeno 19 morti, tra cui sicuramente un italiano, si è concluso con un raid della polizia dopo quasi tre ore.

Il primo ministro tunisino Habib Essid ha annunciato che le vittime straniere sono 17, tra cui italiani, spagnoli, giapponesi e colombiani.

Il museo Bardo è il museo più grande della Tunisia e si trova all’interno dello stesso complesso che ospita il Parlamento tunisino, che nel momento dell’attacco stava discutendo le leggi anti-terrorismo.

L’attacco è avvenuto il giorno dopo che il governo ha annunciato di aver sequestrato numerosi armi da gruppi jihadisti vicino al confine con la Libia, e si sospetta possa essere una rappresaglia.

I militanti (almeno due) sarebbero arrivati intorno a mezzogiorno ora locale, vestiti in divise militari. Quando sono stati fermati, hanno aperto il fuoco sui turisti in arrivo al museo, prima di asserragliarsi all’interno dell’edificio con un numero imprecisato di ostaggi, liberati solo in seguito al raid della polizia. 100 gli italiani che stavano partecipando ad una visita guidata all’interno del museo all’ora dell’assedio.

Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha condannato con fermezza gli atti criminali di Tunisi ed ha espresso vicinanza al governo e alle autorità tunisine.

Di tutti i paesi della primavera araba, la Tunisia è stata quella ad essere riuscita a fare la transizione verso la democrazia in maniera più pacifica, completando di recente le elezioni presidenziali e parlamentari.

Sono state l’instabilità della vicina Libia e la minaccia dello Stato Islamico, il cui maggior numero di combattenti stranieri sono tunisini, ad aumentare le preoccupazioni riguardo la sicurezza della Tunisia negli ultimi mesi.

L’attacco di oggi non è ancora stato rivendicato.

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