È arrivato l’Antropocene, l’era geologica dell’uomo
Secondo gli scienziati riuniti a Città del Capo per il Congresso Internazionale di Geologia, l'impatto dell'uomo sul mondo ha dato luogo a una nuova fase per il pianeta
Si è svolto lunedì 29 agosto a Città del Capo, in Sudafrica,
il 35esimo Congresso Internazionale di Geologia, durante il quale alcuni tra i
più prestigiosi studiosi della Terra hanno pressoché unanimemente annunciato
che il nostro pianeta è entrato in una nuova era geologica: l’Antropocene.
Se infatti fino ad oggi le classificazioni scientifiche ci
hanno detto che da circa 12mila anni (un periodo brevissimo quando si tratta di
ere geologiche) la Terra viveva l’era dell’Olocene, iniziata con il
ristabilimento del clima dopo l’ultima glaciazione e con lo sviluppo delle
prime civiltà umane, a detta del gruppo di geologi riuniti in Sudafrica è ormai
tempo di considerare quell’epoca terminata.
La nuova era è fin dal nome (Antropos è in greco vuol dire “uomo”) l’epoca segnata in tutto e
per tutto dall’impatto dell’umanità sul pianeta, e il suo inizio viene datato
intorno al 1950, con la dispersione di elementi radioattivi a causa dei primi
test nucleari, l’inquinamento da plastica, il proliferare del cemento e molte
altre tracce, non propriamente positive, lasciate dalle ultime generazioni di
terrestri.
Perfino la proliferazione del pollo domestico può essere
considerata una prova scientifica di una nuova era, visto che è solo dalla metà
del Ventesimo secolo che questo è diventato l’uccello più comune del mondo, ha
aumentato le sue dimensioni rispetto al passato e i suoi resti sono disseminati
ovunque come futuri fossili.
Il termine Antropocene è stato coniato nel 2000 dal premio
Nobel Paul Crutzen, riferendosi alla grande accelerazione del grado dell’impatto
umano sul pianeta, e negli anni in molti hanno sposato la sua linea.
Nonostante la proposta degli scienziati andrà ora ulteriormente
vagliata affinché la nuova denominazione possa essere universalmente accettata,
in molti sembrano concordare che dalla metà del Ventesimo secolo le emissioni
di anidride carbonica, l’aumento del livello del mare, l’estinzione di alcune
specie e la deforestazione siano tutti segnali che annunciano l’inizio di un
cambiamento mai visto nei millenni precedenti e così radicale da “meritare” un
nuovo nome.
Martin Rees, astronomo reale britannico e ex presidente della Royal
Society, ha dichiarato che per il prossimo millennio questi cambiamenti, in
alcuni casi irreversibili, potrebbero da un lato portare a immense catastrofi
per l’umanità, ma se l’uomo sarà in grado di cambiare rotta, sarà possibile
approdare a un futuro sostenibile.
Qui sotto un’infografica del quotidiano britannico The Guardian sulle ere geologiche universalmente riconosciute che
si sono succedute fino a oggi: