Starbucks si impegna ad assumere 10mila rifugiati
Dopo il contestato ordine esecutivo di Trump, Howard Schultz, presidente della famosa catena americana, promuove un piano di assunzioni per i prossimi 5 anni in 75 paesi
Non si fermano le reazioni all’ordine esecutivo firmato dal presidente statunitense Donal Trump venerdì 27 gennaio 2017. Il cosiddetto Muslim Ban (bando per i musulmani) prevede diverse misure per contrastare l’ingresso negli Stati Uniti per cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana e per fermare i programmi di accoglienza per i rifugiati.
Proprio a quest’ultima categoria fa riferimento una nota del 29 gennaio di Howard Schultz, presidente e amministratore delegato di Starbucks, famosa catena statunitense di caffetterie.
“Cari partner, vi scrivo oggi con profonda preoccupazione, con tristezza e con una promessa risoluta”, inizia la lettera di Schultz. “Colgo questa opportunità per annunciare specifiche iniziative che stiamo intraprendendo per assicurare che non rimarremo zitti di fronte all’incertezza crescente riguardo la nuova Amministrazione”.
Il Ceo di Starbucks annuncia l’intenzione di assumere 10mila rifugiati nei prossimi cinque anni, in 75 paesi dove opera la sua catena. I primi sforzi inizieranno sul suolo americano, aiutando gli individui che hanno supportato gli Stati Uniti, come gli interpreti nelle zone di guerra.
“Costruire ponti, non muri”, ha scritto Schultz, dichiarando inoltre di voler intensificare i rapporti commerciali con il Messico, dove dal 2002 Starbucks ha aperto 600 negozi in 60 città. È un altro chiaro riferimento in opposizione all’amministrazione Trump, che il 25 gennaio ha firmato un ordine esecutivo per la costruzione di un muro al confine tra i due paesi americani.
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