Lo scandalo dei marines che pubblicavano foto di colleghe nude su Facebook
Ogni foto era corredata da commenti volgari e sessisti. È stata aperta una indagine da parte del corpo dei marines
Centinaia di foto di donne nude appartenenti al corpo militare dei Marines sono state diffuse su Facebook da loro colleghi di sesso maschile. Questi episodi hanno innescato una indagine da parte del corpo dei marines. Ogni foto era corredata da commenti volgari e sessisti.
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Secondo quanto riportato da Bbc, esiste un forum dove sono condivise le foto anche da parte di militari appartenenti ad altri corpi armati. Il Pentagono ha giudicato tale comportamento come “incoerente” con i propri valori.
Il procedimento usato consisteva nel postare foto di colleghe donne vestite, prese dai loro profili social, e chiedere poi agli altri utenti se avessero foto nude di quelle donne. Le foto di nudo erano definite “vittorie”.
Spesso accanto alle foto venivano forniti nomi e altri dettagli, tra cui il luogo dove le militari erano di stanza. Migliaia di commenti volgari accompagnavano i post.
Questo comportamento inizialmente era confinato ai marines su Facebook, riuniti in un gruppo chiuso dal nome “Marines United”, che contava 30mila utenti e che è stato chiuso in seguito allo scoppio dello scandalo.
Un forum su Anon-IB, dove avvengono questi scambi, rimane tuttora aperto agli utenti e mostra come queste pratiche si siano estese dai marines alle altre forze armate.
Le reazioni allo scandalo
Il Naval Criminal Investigative Service (Ncis) ha avviato un’indagine e ha chiesto a chiunque abbia informazioni di fornirle.
Il comandante in capo dei marines ha definito lo scandalo come “imbarazzante”. “Quando sento le accuse di marines che denigrano le loro colleghe, penso che questo non è un comportamento da veri guerrieri o combattenti di guerra”, ha detto il generale Robert Neller.
Il dipartimento della Difesa ha detto in un comunicato di aver emesso linee guida per prevenire e perseguire le “molestie sessuali e i comportamenti di nonnismo”.
Pochi giorni fa due donne hanno dichiarato pubblicamente di essere state vittime di queste molestie virtuali, invitando anche altre colleghe a farsi avanti.
“Posso dirvi che questo comportamento porta alla normalizzazione delle molestie sessuali e delle violenza sessuali”, ha dichiarato Erika Butner, 23 anni, nel corpo dei Marines fino a pochi mesi fa.
Questo fenomeno è stato portato alla luce da The War Horse, una testata giornalistica non-profit gestita dal veterano dei marines Thomas Brennan. Da allora l’ex soldato ha ricevuto minacce di morte e minacce di stupro per sua moglie e sua figlia.
Il fenomeno delle molestie e delle violenze sessuali all’interno dei corpi armati statunitensi è estremamente diffuso. Un sondaggio condotto dal Pentagono ha rivelato che nel 2010 il numero reale di aggressioni ha superato i 19mila casi.
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