Donald Trump è la persona dell’anno di Time
Il presidente eletto è stato scelto da una rosa di nomi che negli ultimi giorni si era ridotta a 11 candidati che hanno avuto più influenza nel 2016
L’attesa, come tutti gli anni, era molto forte, ma oggi
mercoledì 7 dicembre è stata annunciata la scelta dei redattori
della rivista statunitense Time sulla persona
dell’anno 2016.
Ha vinto il riconoscimento Donald Trump, milionario, imprenditore, personalità televisiva e, dall’8 novembre, 45esimo presidente eletto degli Stati Uniti.
Gli editorialisti hanno spiegato che l’ascesa di Trump è stata un evento storico per la politica americana, superando qualsiasi aspettativa dei media statunitensi e degli analisti politici.
Fondata da Briton Hadden e Henry Robinson Luce (che avrebbe
poi dato vita anche a Fortune nel 1930 e a Life nel
1936), la rivista Time nel corso
degli anni si è diffusa in moltissime case statunitensi, diventando un punto di
riferimento per un’informazione autorevole.
Una delle sue tradizioni più note è la copertina del mese di
dicembre, quella dedicata all’uomo dell’anno (poi rinominata “persona
dell’anno” per evitare discriminazioni sessuali).
Alla fine del 1927 i redattori della rivista si resero conto che non erano riusciti a mettere Charles Lindbergh in
copertina, nonostante avesse realizzato in maggio la storica prima trasvolata
in solitario dell’oceano Atlantico. Decisero di recuperare l’errore
definendolo “uomo dell’anno”, come ripiego per non aver coperto a
sufficienza la notizia nei numeri precedenti.
Secondo i redattori attuali, la scelta deve essere incentrata su qualcuno che ha portato nel mondo le maggiori novità dell’anno, per essere influenti e ricordati nel
tempo. Questo vale nel
bene e nel male. Basta ricordare i nomi di Hitler, finito in copertina nel
1938, e di Stalin, addirittura comparso due volte nel 1939 e nel 1942.
Ci sono poi stati i casi in cui non si trattava di una sola
persona, ma di una categoria, come nel 2011, quando comparve “il contestatore”,
in riferimento alle rivoluzioni della primavera araba, oppure “voi”, con l’immagine
di un video di YouTube vuoto, nel 2006, a significare la presa di potere dei
singoli produttori di contenuti nell’era del web 2.0.
Quest’anno i finalisti per la scelta erano undici, e i loro
nomi sono stati diffusi dalla rivista il 5 dicembre. Eccoli:
Simone Biles
La diciannovenne ginnasta statunitense che ha guadagnato
quattro medaglie d’oro e un bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016.
Hillary Clinton
Ex first lady, senatrice di New York ed ex
segretario di Stato, è stata la prima donna a rappresentare uno dei due
maggiori partiti statunitensi,quello Democratico, alle elezioni presidenziali,
poi perse con il candidato repubblicano Donald Trump.
Gli scienziati che studiano il CRISPR
Questi scienziati hanno sviluppato una nuova tecnologia
rivoluzionaria in grado di modificare il DNA, una tecnica che ha il potenziale
di trasformare la scienza e l’esperienza umana, in quanto potrebbe essere
utilizzata per trovare e rimuovere le mutazioni responsabili di malattie
incurabili.
Recep Tayyip Erdoğan
Dopo un tentativo di golpe militare fallito nel mese di
luglio, il presidente turco ha rafforzato il controllo del paese, arrestando
gli avversari politici, licenziando migliaia di dipendenti statali e silenziando
gli organi di informazione.
Nigel Farage
Come capo dell’Independence Party del Regno Unito, Farage è
stato uno dei volti principali della campagna, poi vinta, per la Brexit, che ha
portato Gran Bretagna a lasciare l’Unione Europea.
Gli attivisti che hanno denunciato l’acqua avvelenata a Flint
I residenti di Flint, città del Michigan, negli Stati Uniti, insieme al
professore di ingegneria civile Marc Edwards e alla pediatra locale Mona
Hanna-Attisha, hanno denunciato l’acqua pubblica avvelenata da piombo, attirando
l’attenzione nazionale su una crisi ambientale che deve ancora essere
pienamente risolta.
Beyoncé Knowles
Dopo il successo straordinario del suo ultimo album, Lemonade, la pop star Beyoncé ha sorpreso
e provocato un pubblico globale, usando la sua posizione per parlare di
ingiustizia razziale, violenza della polizia e femminismo.
Narendra Modi
Il primo ministro indiano ha guidato l’economia del suo
paese nella posizione di “storia più positiva del mondo dei mercati emergenti”.
Verso la fine dell’anno, tuttavia, ha anche alimentato preoccupazioni quando ha
improvvisamente bandito le banconote da 500 e 1000 rupie, una mossa che rischia
di rallentare la crescita economica del paese.
Vladimir Putin
Il presidente russo ha fatto notizia quest’anno con
l’intervento del suo paese in Siria e per le prove che dimostrerebbero che alcuni
operatori russi sono stati responsabili dell’hackeraggio dei server del
Comitato Nazionale del Partito Democratico.
Mark Zuckerberg
Nell’anno in cui Facebook ha superato il miliardo di utenti
al giorno su smartphone, il suo amministratore delegato ha affrontato la
pressione di assumersi la responsabilità per il ruolo del sito nel diffondere
notizie false o fuorvianti.
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