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560 mila morti dal 1999 al 2015: ecco la droga più letale nella storia degli Stati Uniti

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I ricercatori della Columbia University hanno presentato uno studio sulla diffusione degli oppiacei che nel solo 2015 hanno causato 52 mila vittime per overdose

L’uso dell’eroina è aumentato di cinque volte in dieci anni. Sono i dati dei ricercatori statunitensi che hanno registrato anche un incremento della dipendenza in generale dalle droghe, triplicata dal 2007. Le categorie più interessate dal fenomeno sono i cittadini bianchi con reddito basso e scarsa istruzione.

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La fascia di età più colpita è quella tra i 18 e i 44 anni per effetto soprattutto di un uso scorretto delle prescrizioni mediche. La dottoressa Silvia Martins della Columbia University rivela che si tratta per la maggior parte di persone che non hanno le risorse economiche necessarie per gestire la dipendenza. I numeri parlano di 560mila persone morte di overdose tra il 1999 e il 2015. I decessi negli Stati Uniti nel solo 2015 hanno raggiunto quota 52 mila. 

Il problema ha richiamato anche l’attenzione della politica: il governatore del New Jersey Chris Christie sarà a capo di una commissione voluta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo scopo è quello di formulare un report sulla situazione attuale e proporre eventuali soluzioni alla crisi. La commissione avrà anche il compito di individuare i fondi necessari per affrontare il fenomeno e pensare a strategie di azione.

Viene richiesta soprattutto una spesa maggiore per il trattamento medico di questo disturbo: secondo i dati federali l’89 per cento delle persone che hanno un disordine comportamentale legato all’assunzione di droga non riceve cure in tempi brevi. Già l’amministrazione Obama aveva provato a rimediare stanziando prima 100 milioni di dollari e poi approvando un piano da 1 miliardo in due anni per il contrasto alla diffusione degli oppiacei.

L’aumento ha riguardato anche la popolazione femminile, anche se la crescita più significativa è stata documentata tra i maschi. I ricercatori non hanno, però, evidenziato delle differenze nella distribuzione geografica dell’uso della droga tra i vari stati americani.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista di psichiatria Jama poco dopo che l’American College of Physicians aveva invitato a trattare l’abuso di sostanze stupefacenti come un disturbo medico cronico, al pari del diabete o dell’ipertensione.

“Riconoscendolo come una malattia, più persone diventeranno consapevoli che hanno bisogno di cercare aiuto o di sapere che si può evitare di sviluppare la dipendenza”, ha detto Silvia Martins a Reuters.

Nello studio pubblicato il 29 marzo ci sono riferimenti a ricerche del 2001-2002 e del 2012-2013 su 43mila utilizzatori abituali di eroina. Nel 2013 il divario razziale nel consumo della droga si era accentuato. 

L’appello dei ricercatori è per l’aumento dei programmi di recupero, per la prevenzione delle overdose e per un cambiamento delle abitudini di prescrizioni di oppiacei da parte dei medici.

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