Nella Giornata della Terra 171 paesi firmano l’accordo sul clima
Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon: “Momento storico”. L'appello del premio Oscar Di Caprio: "Dai discorsi passare all'azione"
Almeno 171 paesi firmeranno l’accordo sul clima raggiunto lo scorso dicembre. L’annuncio è stato fatto venerdì 22 aprile dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon all’apertura della cerimonia dell’Assemblea delle Nazioni Unite.
“È un momento storico”, ha detto Ban nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della Terra per sensibilizzare sull’ambiente e sulla necessità di affrontare il problema del cambiamento climatico.
Per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, l’accordo Parigi, insieme all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, “ha il potere di trasformare in mondo”.
Il testo prevede di bloccare a partire dal 2020 la crescita della temperatura “al di sotto dei due gradi” e impegna i paesi a sforzarsi a non superare gli 1,5 gradi.
Inoltre i paesi industrializzati si sono impegnati ad alimentare un fondo annuo da 100 miliardi di dollari per il trasferimento delle tecnologie pulite nei paesi non in grado di fare da soli il salto verso la green economy.
Perché l’intesa entri in vigore è necessario infatti che almeno 55 Paesi che rappresentino almeno il 55 per cento delle emissioni globali ratifichino o si uniscano formalmente all’accordo.
Stati Uniti e Cina, che da soli rappresentano il 38 per cento delle emissioni globali, hanno annunciato che ratificheranno l’accordo di Parigi. Tuttavia raggiungere il 55 per cento non sarà facile.
L’Unione europea, rappresenta meno del 10 per cento delle emissioni di Co2 e avrà bisogno di molto tempo affinché Bruxelles decida di quanto ciascuno dei 28 stati membri debba ridurre le emissioni di carbone fossile.
Durante la cerimonia è intervenuto anche l’attore premio Oscar Leonardo di Caprio, che ha lanciato un appello a “tramutare i discorsi di oggi in azione” e a scegliere “da che parte della storia vogliamo stare” nella lotta al riscaldamento climatico.
“Pensate che vergogna quando i nostri figli e nipoti guarderanno indietro e capiranno che potevamo fermare tutto questo ma non lo abbiamo fatto per mancanza di volontà politica”, ha concluso.