L’Fbi ha raccolto 430mila scansioni dell’iride
Quella che era iniziata come un'archiviazione pilota nel 2013 si è trasformata in un database "senza alcun controllo", ha detto l'American Civil Liberties Union
L’Fbi ha raccolto quasi 430mila scansioni dell’iride negli ultimi tre anni. Lo ha rivelato un’inchiesta del noto sito di informazione sulla tecnologia, The Verge.
Quella che era iniziata come un’archiviazione pilota nel 2013 si è trasformata in un vero e proprio database “senza alcun dibattito pubblico e nessun controllo”, ha detto l’American Civil Liberties Union.
L’FBI ha detto che stava sviluppando delle “buone pratiche” per la cattura delle immagini dell’iride. Il progetto è stato lanciato nel settembre 2013 e ha visto l’Fbi collaborare con le agenzie in Texas, Missouri e California.
I dati delle iridi, presi da persone che sono state arrestate, possono essere analizzati in una frazione di secondo. La scansione richiede un’immagine ravvicinata della parte colorata dell’occhio, che è il tratto distintivo umano più dettagliato, anche più dell’impronta digitale.
Una media di 189 scansioni dell’iride sono state raccolte ogni giorno in California all’inizio del 2016, secondo i documenti ottenuti da The Verge.
Il programma è stato avviato per “valutare la tecnologia, affrontare le principali sfide e sviluppare un sistema in grado di scansionare i servizi di riconoscimento delle immagini”, secondo il sito web dell’Fbi.
Tale tecnologia può essere utile al fine di monitorare facilmente i criminali e individuare coloro che hanno precedenti penali e sospetti che cercano di nascondere la loro identità, sostiene l’Fbi.
Il progetto è costato un miliardo di dollari e rientra in un più ampio sistema di identificazione di nuova generazione che si propone di ampliare i vecchi database delle impronte digitali.