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Home » Esteri

Chi era Otto Warmbier e perché si trovava in Corea del Nord

Immagine di copertina

Lo studente statunitense, arrestato nel gennaio 2016 a Pyongyang, è morto il 19 giugno dopo essere arrivato in coma negli Stati Uniti. Ecco quali sono state le tappe principali di questa storia

Lo studente americano Otto Warmbier doveva trascorrere solo cinque giorni visitando la Corea del Nord. Invece ha trascorso lì 17 mesi, è stato arrestato e, secondo la sua famiglia, sottoposto a “terribili e strazianti maltrattamenti”, fino a entrare in coma prima di essere rilasciato.

Warmbier è morto circa una settimana dopo essere rientrato negli Stati Uniti, secondo quanto ha annunciato il 19 giugno la famiglia. Dal suo rientro il 22enne non era in grado di parlare, di vedere o di reagire quando gli veniva chiesto qualcosa.

I familiari dello studente rigettano la teoria delle autorità nordcoreane, secondo la quale Warmbier sarebbe caduto in coma per aver contratto il botulismo in carcere circa un anno fa.

Nella prima intervista rilasciata dai genitori del giovane, a settembre 2017, Fred e Cindy Warmbier hanno accusato Pyongyang di aver “torturato sistematicamente e intenzionalmente” il figlio e hanno descritto i segni e le ferite sul corpo di Otto.

La morte del giovane probabilmente porterà gli Stati Uniti a sostenere una linea più dura con la Corea del Nord. Potrebbe inoltre cambiare le carte in tavola nei rapporti con la Cina, in vista dell’incontro tra i leader di Washington e Pechino mercoledì 21 giugno. Secondo il quotidiano statunitense Washington Post, potrebbe anche portare gli Stati Uniti a bloccare i viaggi in Corea del Nord.

Mentre i contorni della vicenda e le possibili conseguenze sul piano diplomatico restano ancora da definire, ecco quali sono state le tappe principali del caso Warmbier.

Il viaggio in Corea del Nord

Otto Warmbier era uno studente della University of Virginia. Nel 2015 si era iscritto per un viaggio in Corea del Nord con la società turistica Young Pioneer Tours, specializzata nell’organizzazione di viaggi in paesi dove normalmente non è possibile andare.

Il tour, iniziato il 30 dicembre 2015, prevedeva una breve permanenza nel paese, seguita da una visita a Pechino. Alcune foto del viaggio di Warmbier in Corea del Nord mostrano il 22enne che sorride e si diverte in mezzo alla neve.

Ma quando Warmbier ha provato a partire dall’aeroporto di Pyongyang, il 2 gennaio 2016, è stato fermato dalla sicurezza e arrestato. È accusato di aver tentato di rubare un poster di propaganda da un piano ad accesso limitato del suo albergo.

La condanna ai lavori forzati e il carcere

La volta successiva in cui si sono avute notizie del giovane è stato con un video pubblicato dalle autorità nordcoreane a febbraio 2016. Warmbier compariva di fronte ai giornalisti, ammetteva il crimine e chiedeva perdono, supplicando di essere rilasciato. Non è noto se la sua confessione fosse autentica.

Il 16 marzo 2016 il ragazzo è stato processato e condannato a 15 anni di lavoro forzato. Si sa poco o nulla dei 17 mesi che Warmbier ha trascorso in carcere in Corea del Nord. Si ritiene che il giovane sia entrato in coma poco dopo il processo.

Il gruppo Young Pioneer Tours ha detto che gli stata negata ogni richiesta di incontrare Warmbier o chiunque fosse stato in contatto con lui a Pyongyang, e di aver ricevuto solo rassicurazioni che il ragazzo stava bene.

Il rilascio e il rientro negli Stati Uniti

Nelle scorse settimane il padre di Warmbier ha chiesto all’amministrazione Trump di riportare a casa il figlio, criticando l’approccio dell’amministrazione Obama che consigliava di tenere un “basso profilo”.

A quel punto il presidente statunitense ha chiesto al segretario di Stato Rex Tillerson di perndere le misure adeguate, secondo quanto riferito da un funzionario del Dipartimento di stato alla Cnn.

Il 6 giugno 2017 il rappresentate speciale del dipartimento di Stato Usa Joseph Yun viene a sapere che le condizioni di salute di Warmbier non sono buone durante un incontro con con l’ambasciatore dell’Onu per la Corea del Nord Pak Kil-yon a New York.

Il 12 giugno Yun si reca in Corea del Nord con un team medico per assicurarsi il rilascio di Warmbier. Due medici lo visitano e Yun chiede il suo rilascio immediato per ragioni umanitarie.

Il giorno successivo il giovane viene rilasciato e ricongiunto alla sua famiglia a Cincinnati, in Ohio. A quel punto la famiglia fa sapere che il 22enne è in coma e non è in grado di comunicare o reagire agli stimoli.

Le autorità nordcoreane sostengono che Warmbier sarebbe caduto in coma per aver contratto il botulismo in carcere. Si tratta di una rara malattia che provoca la paralisi. Secondo Pyongyang, dopo aver assunto dei sonniferi lo studente non si sarebbe più svegliato.

La morte e le reazioni

Otto Warmbier è morto lunedì 19 giugno all’ospedale dell’università di Cincinnati senza aver mai ripreso conoscenza dal suo rientro.I medici che lo hanno esaminato dopo il suo rilascio hanno detto che non aveva alcun segno di botulismo nel corpo. Le circostanze della sua detenzione in Corea del Nord e quali trattamenti medici avrebbe ricevuto nel paese rimangono un mistero.

“Purtroppo, i terribili e strazianti maltrattamenti che nostro figlio ha ricevuto dalle mani dei nordcoreani hanno comportato che nessun altro risultato fosse possibile al di là di quello triste che abbiamo avuto oggi”, ha commentato la famiglia dopo la sua morte.

“Gli Stati Uniti condannano ancora una volta la brutalità del regime nordcoreano mentre piangiamo la sua ultima vittima”, ha detto il presidente Trump dopo aver appreso la notizia. “A Warmbier sono accadute un sacco di cose negative. Almeno siamo riusciti a riportarlo a casa con i suoi genitori, dove loro sono stati molto felici di vederlo, anche se era in condizioni così difficili”.

Trump ha ribadito la volontà della sua amministrazione di “impedire che accadano simili tragedie a persone innocenti a causa di regimi che non rispettano lo stato di diritto o la decenza umana di base”.

A maggio 2017 Trump aveva detto che sarebbe stato “onorato” di incontrare il leader nordcoreano Kim Jong Un, un’affermazione poi smentita dalla Casa Bianca.

Il segretario di Stato Rex Tillerson ha dichiarato che gli Stati Uniti ritengono la Corea del Nord responsabile della “prigionia ingiusta” di Warmbier e ha chiesto il rilascio di altri tre cittadini statunitensi ancora detenuti da Pyongyang (i coreano-americani Tony Kim, Kim Dong Chul e Kim Hak Song).

Dopo la morte di Otto Warmbier la società Young Pioneer Tours ha annunciato che non offrirà più ai cittadini degli Stati Uniti viaggi in Corea del Nord.

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