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Home » Esteri

I cittadini di Chicago chiedono giustizia per l’uccisione di un 17enne afroamericano

Immagine di copertina

Gli attivisti chiedono le dimissioni del soprintendente della polizia dopo la condanna per omicidio rivolta a uno dei suoi agenti

La comunità afroamericana di Chicago ha chiesto alla Dipartimento di polizia della città indagini più approfondite sulla vicenda dell’omicidio di Laquan McDonald, il diciassettenne afroamericano ucciso il 20 ottobre 2014 da un poliziotto.

Martedì 24 novembre, le forze dell’ordine avevano diffuso il video che mostrava l’agente Jason Van Dyke indirizzare 16 colpi di pistola contro il giovane.

Gli attivisti per i diritti dei cittadini neri e gli abitanti di Chicago sono scesi in strada per esprimere la loro rabbia e per chiedere che venga fatta giustizia. In molti hanno domandato le dimissioni del soprintendente della polizia di Chicago.

Nonostante sia stata ufficializzata l’accusa di omicidio di primo grado a carico dell’agente, i manifestanti rimangono scettici sull’operato del Dipartimento di polizia, sui suoi metodi di indagine interna e sulla condotta delle autorità giudiziarie.

La critica principale dei cittadini afroamericani e non solo è che l’accusa di omicidio sia arrivata a un anno di distanza dall’uccisione di McDonald.

leader civili, religiosi e politici della città si sono uniti alle voci dei manifestanti per chiedere chiarezza sull’omicidio del ragazzo.

La Chicago Urban League – l’associazione nazionale di promozione e sostegno della società civile – ha chiesto alla polizia di Chicago di aprire un procedimento di accertamento della verità simile a quello che ha interessato i colleghi di Ferguson, nel Missouri, dopo l’assassinio di Michael Brown, un altro minorenne afroamericano ucciso da un agente delle forze dell’ordine.

(Qui sotto nel video di Associated Press: le manifestazioni di mercoledì 25 novembre a Chicago)


Secondo le associazioni di diritti civili, l’urgenza è quella di rinnovare il sistema, partendo da coloro che rivestono ruoli di particolare responsabilità e importanza.

Tra di loro c’è il numero uno della polizia di Chicago Garry F. McCarthy, giudicato dai manifestanti incapace di gestire in maniera appropriata i rapporti con la comunità afroamericana.

In un’intervista trasmessa dai media americani, il soprintendente ha dichiarato che non intende rinunciare al proprio incarico, ricordando i successi ottenuti nella lotta alla criminalità cittadina e nella prevenzione di omicidi e altre violenze durante i quattro anni e mezzo del suo mandato.

Tra i meriti di McCarthy ci sarebbero anche i risarcimenti ottenuti dai cittadini afroamericani vittime degli abusi e delle torture perpetrate dai poliziotti negli anni Settanta e Ottanta.

Il sindaco di Chicago Rahm Emanuel si è schierato a favore dell’operato di McCarthy, mentre il presidente statunitense Barack Obama si è congratulato con i manifestanti per “il tono pacifico delle proteste” e ha espresso in una nota rivolta alla cittadinanza la speranza che sulla questione venga fatta presto luce.

Sul clima già teso di Chicago pesa, però, la scoperta di un nuovo presunto video realizzato dalla telecamere del sistema di sicurezza di un Burger King vicino al luogo della sparatoria, che avrebbe potuto riprendere la scena dell’omicidio del diciassettenne da un’altra angolazione.

Nel nuovo filmato non si vede il momento in cui l’agente della polizia spara al giovane. Nonostante questo il video potrebbe essere utile per far ulteriore chiarezza sugli eventi della notte del 20 ottobre 2014.

“C’è una stana coincidenza”, ha commentato il legale della famiglia McDonald Michael Robbins “La mancata volontà del Dipartimento di polizia di Chicago di indagare opportunamente sui richiami disciplinari dei suoi agenti è scioccante”, ha rimarcato.

Secondo i colleghi dell’agente Van Dyke, la falla delle immagini diffuse potrebbe dipendere da un problema tecnico e ribadiscono che le telecamere non mostrano segni di manomissione.

“La giustizia penale non è assolutamente prevedibile quando è chiamata a giudicare gli ufficiali di polizia e gli agenti che uccidono giovani afroamericani”, ha commentato Charlene Carruthers, direttrice nazionale del gruppo Black Youth Project 100, particolarmente attivo nelle proteste che infiammano Chicago in questi giorni.

Lo scorso ottobre un agente della polizia era stato assolto dall’accusa di omicidio colposo per l’uccisione di una donna afroamericana disarmata che aveva perso la vita tre anni prima ed è ancora in attesa di un giudizio finale da parte della commissione disciplinare del Dipartimento di polizia.

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