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Home » Esteri

Dentro Raqqa, la capitale de facto dell’Isis

Immagine di copertina

Com'è vivere a Raqqa, nel nord della Siria, sotto il controllo del sedicente Stato islamico? Tre video e una storia

Raqqa è una città del nord della Siria, risalente a oltre duemila anni fa, che sorge sulle rive del fiume Eufrate. Un tempo era una città serena e normale.

La maggior parte della popolazione a Raqqa è musulmana sunnita, a differenza del regime alauita, un ramo dell’islam sciita che è al potere nel Paese da quindici anni. Ciononostante, musulmani e cristiani convivevano in serenità. Vi erano anche alcune scuole cristiane.

Non che la Siria fosse una nazione realmente libera e democratica, visto che il governo di Hafez al-Assad (dal 1971 al 2000) e poi del figlio Bashar (al potere dal 2000) ha sempre continuato a negare libertà imprescindibili ai suoi cittadini.

Ma Raqqa – fino a pochi anni fa – non era poi così male.  La piazza principale, un tempo circondata d’erba e pullulante di vita, era conosciuta come Naem, che in arabo significa paradiso. Per molti dei suoi abitanti, Raqqa era una piccola oasi.

Da quando nella primavera del 2013 l’Esercito siriano libero – composto dai ribelli che vogliono rovesciare il regime del presidente siriano Assad – ha fatto il suo ingresso in città, molte cose sono cambiate in peggio. 

Ben presto la città diventò deserta: combattenti dell’Isis iniziarono a popolare la città, compiendo atti criminali. Da gennaio del 2014 i combattenti del sedicente Stato islamico avevano preso il quasi totale controllo di Raqqa. Uccidevano chiunque non fosse d’accordo con loro.

Gli uomini non potevano indossare jeans e le donne dovevano vestirsi dalla testa ai piedi di colore nero. Uomini e donne, secondo i loro dettami, non potevano essere visti insieme in pubblico.

Alcuni dei miliziani del sedicente Stato islamico che da poco avevano invaso Raqqa erano siriani, ma altri venivano da Europa, Stati Uniti, Africa del nord e Cecenia.

Nella piazza principale della città, i miliziani dell’Isis compievano crocifissioni in pubblicoDa allora la situazione è degenerata e i residenti locali sono in trappola. Quel che rimane della città così come era due anni fa è solo un vago ricordo.

Con il tempo, i bombardamenti su Raqqa si sono intensificati e le forze del governo siriano di Assad, così come i raid aerei condotti dalle forze statunitensi, hanno continuato a colpire la città siriana.

Ciononostante, l’Isis tiene saldamente in mano Raqqa e i suoi combattenti – diversamente dai residenti locali siriani – hanno accesso a cure sanitarie, possono navigare su internet e importano beni come Red Bull e Nutella.

“Per l’Isis Raqqa è un paradiso, ma per la gente locale è un inferno”.

La guerra civile in Siria, che va avanti dal 2011, finora ha causato la morte di oltre 250mila persone. Circa 11 milioni di cittadini hanno dovuto lasciare le proprie case. 

Una passeggiata a Raqqa ;  — La vita dei civli di Raqqa intrappolati dall’Isis sotto i bombardamenti 

QUI SOTTO TRE VIDEO 

– il primo è la testimonianza di un uomo siriano, che è riuscito a fuggire da Raqqa e che racconta come l’Isis ha preso il controllo della sua città. L’uomo ha raccontato la sua storia a Mashable in anonimato perché ha paura che i suoi parenti e famigliari ancora a Raqqa possano ritrovarsi in pericolo, intrappolati dal regime dell’Isis.

– nel secondo video una donna siriana cammina per le strade di Raqqa con una telecamera nascosta e mostra la vita in un giorno comune nella città siriana roccaforte del sedicente Stato islamico. 

– il terzo video è stato realizzato dal quotidiano statunitense The Wall Street Journal e spiega com’è la vita a Raqqa sotto il controllo dell’Isis grazie alle testimonianze di due attivisti e attraverso le lenti dei video di propaganda del sedicente Stato islamico. 

IL VIDEO LA TESTIMONIANZA DI UN UOMO: COME L’ISIS HA PRESO IL CONTROLLO DELLA SUA CITTÀ, RAQQA, via Mashable 

Uomini e donne armate. Niente musica o intrattenimento. Un video segreto mostra la vita nella roccaforte dell’Isis (sottotitoli) IL VIDEO  

Un uomo a bordo di un suv che si era accorto della sua presenza da lontano, la richiama e le dice: “Ehi tu, vieni qui, devi comportarti meglio quando sei in pubblico.” La donna risponde: “Perché?”. Lui: “Perché ti si vede la faccia”. Lei è obbligata a chiedere scusa, ironizzando sul fatto che il sul velo sia “forse troppo trasparente”. L’uomo infine ribatte: “Devi fare attenzione quando ti copri. Dio ama le donne che si coprono”. Il video completo in fondo all’articolo.

IL VIDEO DEL THE WALL STREET JOURNAL 

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